‘’La loro funzione non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione’’. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno non ha usato mezze parole per esprimere la sua contrarietà all’impiego dell’esercito al di fuori dei tradizionali compiti. Sia pure senza fare alcun diretto riferimento il suo monito era indirizzato al prossimo impiego per riparare le buche della Capitale.
Ma garantire la pace in Italia e all’estero vale di più della sicurezza in patria quando si tratta di intervenire per eliminare cause di incidenti mortali? Che differenza c’è fra l’impiego del Genio civile per far fronte a calamità naturali e l’urgenza di riempire pericolosissime buche? Anche ciò non fa parte della grande domanda di sicurezza del Paese, che lo stesso Mattarella ha riconosciuto?
Se i cittadini si sentono soli e indifesi quando le istituzioni sono inadeguate, non dovrebbe ‘’scandalizzare’’ che l’esercito contribuisca a salvaguardare l’incolumità dei numerosi motociclisti e automobilisti della Capitale, caduta in un pericoloso degrado, che l’Amministrazione da sola ormai non riesce a controllare. E ciò nonostante le reiterate richieste di intervento al Governo, che ha saputo rispondere solo con ‘’l’eccezionale’’ impiego dell’esercito, ora persino criticato dal Presidente.
Mattarella non ha fatto mistero che gli italiani non hanno da aspettarsi un futuro facile. Ha sottolineato la mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili; l’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani; la capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta; le carenze e il deterioramento delle infrastrutture; le ferite del nostro territorio.
Avrebbe fatto bene a concludere con le difficoltà della Capitale, sempre in testa alle preferenze dei turisti, ma con grossi problemi: dai trasporti, ai rifiuti, alle case, che da sola non sarà mai in grado di risolvere. Ci ha pensato invece , Papa Francesco al Te Deum a San Pietro, presente la sindaca Virginia Raggi. ‘’Anche nella nostra città di Roma – ha detto, riferendosi alle inadeguate strutture assistenziali – ci sono fratelli e sorelle che per diversi motivi si trovano senza una dimora. Sono più di diecimila. D’inverno la loro situazione è particolarmente dura.’’