Mibac, stop a fast food alle Terme di Caracalla

Il provvedimento del ministero per i Beni culturali arriva dopo giorni di polemiche

Il ministero per i beni e le attività culturali è prontamente intervenuto per annullare, in autotutela, la procedura autorizzativa per la costruzione di un fast food all’interno dell’area archeologica delle Terme di Caracalla. Lo rende noto l’Ufficio stampa del Mibac.

Il provvedimento del ministero per i Beni culturali arriva dopo giorni di polemiche a seguito della notizia, circa una settimana fa, dell’iter autorizzativo di un Mc Donald’s che prevede 250 posti a sedere con annesso McDrive e 180 posti auto in via Guido Baccelli, all’interno di un vivaio che si trova a Terme di Caracalla e un rimpallo di responsabilità tra comune, I municipio e Soprintendenza. Il sindaco di Roma Virginia Raggi, proprio ieri infatti, ha inviato una lettera alle strutture competenti del Campidoglio per acquisire “tutta la documentazione tecnica e amministrativa” relativa al progetto e una alle Soprintendenze statali per avere chiarimenti sull’esistenza di vincoli archeologici o paesaggistici sulla stessa area che attualmente ospita un vivaio. Lo scopo degli approfondimenti richiesti, erano finalizzati a valutare la sospensione dell’iter di un progetto che “abbina le infrastrutture e il marchio di un fast food con un ambito molto delicato di centro storico, vincolato dall’Unesco e strategicamente insediato all’interno della nostra città antica. I timori e le preoccupazioni manifestate a riguardo da molti, me per prima, sono giustificati”, scriveva il sindaco Raggi.

Ma la presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi aveva già chiarito: “Ho inviato al sindaco Raggi tutta la documentazione tecnica relativa al progetto che prevede la realizzazione di un punto di ristorazione della catena Mc Donald’s. Nella mia lettera di accompagnamento alla documentazione – ha precisato – ho evidenziato che sui progetti presentati attraverso lo strumento della Scia gli uffici municipali operano valutazioni esclusivamente collegate all’esistenza di tutti i requisiti tecnici necessari all’ulteriore corso del procedimento, tra i quali la presenza dei pareri positivi degli organi preposti alla tutela: Mibac – Sovrintendenza speciale per il Colosseo; Mibac – Sovrintendenza speciale archeologica, Belle Arti e Paesaggio; Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Dipartimento Pau; e infine Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali ai sensi dell’art. 16 delle Nta del Prg vigente. Ricordo a tutti che su questa vicenda – aveva concluso Sabrina Alfonsi – il Municipio svolge una funzione di vigilanza tecnica sulla corretta esecuzione di un progetto che altri Enti hanno avuto il compito di autorizzare. Questo abbiamo fatto finora, esaminando con attenzione le carte, e questo continueremo a fare nei prossimi giorni attraverso sopralluoghi dei tecnici e della Polizia locale presso il cantiere in corso.

L’assessore all’Urbanistica Luca Montuori, inoltre, era intervenuto ricordando alla presidente Alfonsi che “è compito suo il controllo del territorio il rilascio delle autorizzazioni e dei permessi”. Montuori ha “bacchettato” anche Prosperetti: “Il Soprintendente rilascia un pare favorevole il 24 luglio del 2018 citando anche la nota dell’ufficio del dipartimento urbanistica e quindi, di fatto, assumendo la pratica senza confutarla. Se qualcuno avesse avuto qualche dubbio, come oggi Alfonsi e Prosperetti sembrano sostenere, avrebbe potuto cercare una interlocuzione. Magari prima dell’emissione del parere o anche dopo il 31 ottobre 2018 quando viene indicata la realizzazione di un ristorante di oltre 500 mq”

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