“No alla riforma del catasto. L’aumento del valore delle case inciderà inevitabilmente anche sui servizi e le agevolazioni richieste dalle famiglie, dagli asili nido alle borse di studio. Una stangata inaccettabile, soprattutto in questo momento di crisi economica. La posizione del centrodestra è chiarissima: no ad altre tasse sulla casa. La casa va salvaguardata e non tassata”. Lo ha scritto su Facebook il candidato a sindaco di Roma per il centrodestra Enrico Michetti.
Michetti si alliena alla posizione dei governatori della Lega – Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia), Maurizio Fugatti (Provincia Autonoma di Trento), Christian Solinas (Sardegna), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto) – che dicono: “Sulla delega fiscale è necessario un approfondimento. Servono in primo luogo garanzie che né questo né i prossimi governi utilizzino la riforma del catasto per innalzare surrettiziamente le tassazioni sulla casa. In assenza di tali certezze, si rischierebbe di andare a colpire, duramente e ingiustamente, due pilastri del Paese quali il settore edilizio e le famiglie”.
Ieri lo strappo della Lega sulla riforma del fisco. A ventiquattro ore dalla chiusura dei seggi per le comunali, all’indomani di una sconfitta inattesa, Matteo Salvini sfida il premier Mario Draghi: “Non firmo un assegno in bianco e non mi basta che il ministro dell’Economia mi dica che gli aumenti saranno dal 2026”, dichiara il leader della Lega, parlando della delega fiscale e l’ipotesi di un rialzo delle tasse sulla casa, ai cronisti fuori dal Senato. “Questa è una patrimoniale su un bene già tassato”, ha aggiunto. “Contiamo che il Parlamento, che può intervenire, modifichi questi passaggi e tolga qualsiasi ipotesi di riforma del catasto e di patrimoniale sulla casa dalla delega fiscale”.