In Campidoglio è tutto pronto per il nuovo piano per la mobilità elettrica nella Capitale, ma i principali distributori, Enel e Acea, hanno ben altri progetti prioritari nella loro agenda.
“Il piano capitolino per la mobilità elettrica è pronto”; ed entro tre mesi potrebbe essere presentato e votato all’Assemblea capitolina. Ad annunciarlo, solo pochi giorni fa, il presidente della commissione capitolina Mobilità, Enrico Stefàno. Obiettivo del piano è quello di arrivare a 700 colonnine pubbliche nel 2020 da offrire al mercato, su 322 aree individuate dal Comune.
Di fatto il Comune metterà sul mercato 700 autorizzazioni e spazi su suolo pubblico. Dovrebbero essere poi gli operatori privati, come Enel o Acea, a decidere quali e quante tra queste attivare e realizzare a proprie spese, ottenendo ovviamente il ricavo sulle ricariche. Il piano è concepito sulla stima che nel 2020 circoleranno a Roma 13mila veicoli elettrici, valutati dal piano pari al 2% del parco circolante, contro lo 0,2% attuale.
Un piano quanto mai ottimistico se si considera che ad oggi né Acea né Enel, così come confermato all’Osservatorio sulla Capitale, hanno Roma e la mobilità elettrica nella capitale tra i loro progetti più imminenti. “Al momento non abbiamo nessun piano attivo – fanno sapere da Acea, la multiutility di Roma, – se non mettere a disposizione la nostra rete di distribuzione”. A sentire Enel le cose non vanno meglio, anzi si brancola nel buio: la società elettrica non ha nemmeno ancora individuato chi sarà il funzionario che si occuperà della questione mobilità elettrica e la sua squadra. Insomma, il futuro della mobilità non sembra così roseo per Roma Capitale che invece considera quale sua priorità strategica la definizione di soluzioni e sistemi per la mobilità sostenibile ed in particolare per la mobilità elettrica.
Oggi a Roma si contano solo 100 colonnine pubbliche, attivate nel 2012. L’idea di Stefàno sarebbe di votare il piano a fine luglio o al massimo settembre in Assemblea capitolina.