Fino a quando il progetto di costruire nuove residenze nel quartiere Trieste, a ridosso di via Nemorense, aveva rispettato le cubature dell’ex clinica Villa Bianca, seppure non proprio entusiasti, i residenti della zona non si erano allarmati più di tanto. Nel 2022 però la Green Stone Sicaf che sta portando avanti il progetto, ha presentato una variante che aumenta notevolmente il numero di alloggi. Lo scrive il Corriere della Sera oggi.
«Si tratta di un mega complesso abitativo con 144 appartamenti e 26 negozi nel terreno dell’ex clinica — spiega il professor Carlo Merli, presidente del Comitato Villa Bianca — costituito da tre palazzi di 5-6 piani disposti in forma stellare ed un ulteriore edificio di “housing sociale” (destinato a persone con problemi abitativi) che avrebbe un affaccio e ingresso autonomo su via Bradano e sarebbe distinto dagli altri tre stabili, considerati di lusso, con entrata separata».
«Lo scambio per il permesso di costruire»
«Questo immobile — si legge in un volantino del Comitato Villa Bianca — è verosimile che sia lo scambio pagato dalla società per avere il permesso di costruire, mediante un cambio di destinazione d’uso da clinica a residenziale e con aumento abnorme delle cubature».
Oggi il comitato, che raccoglie gli abitanti di Via Pusiano, via Lago di Lesina, largo Bientina, oltre a via Bradano e largo Villa Bianca, conta una sessantina di attivisti e un migliaio di simpatizzanti sui canali social contrari alla crescita delle lottizzazioni e alla riduzione di aree verdi, come in questo caso. Lunedì scorso è stata presentata anche una denuncia al Comando nucleo forestale dei carabinieri perché, attraverso la testimonianza di diversi cittadini residenti nella zona, è stata notata la rimozione, anche durante la notte, di numerosi alberi e piante sul quel terreno.
L’ incontro con l’assessore Veloccia
«L’intervento di variante deve ancora essere autorizzato dal Comune — aggiunge Merli — ma ci sono comunque operai al lavoro e si intravede un’area in calcestruzzo. È evidente che vogliano mettere tutti davanti al fatto compiuto. Insomma, nonostante le preoccupazioni dei residenti, manifestate in diverse sedi istituzionali, quest’operazione sta andando avanti. Se pensiamo che un appartamento nuovo, medio, in zona costa un milione di euro, il conto è presto fatto: si parla di costruzioni che potrebbero valere 150 milioni». Proprio in queste ore il comitato sta cercando di organizzare un incontro con l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, per avere delle risposte sull’’impatto ambientale dei nuovi insediamenti
L’impatto ambientale
: «Parliamo di servizi, parcheggi, ma anche fognature e inquinamento» sottolinea ancora Merli mentre dalla Green Stone fanno sapere che «in accordo con il II Municipio si è deciso di aumentare il numero di parcheggi per le auto, che è di gran lunga superiore al numero di unità residenziali» e precisano che il “social housing“ non ha nulla a che vedere con le case per i senza fissa dimora ma si rivolge a famiglie che non possono permettersi una casa in affitto sul mercato ma non hanno i requisiti per accedere alle case popolari» . «Per noi questo prezioso “triangolo verde” può ancora essere salvato — conclude Merli — e se servirà siamo anche disposti a una battaglia legale. Un avvocato è già stato incaricato di approfondire ogni aspetto di questa vicenda».