“La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no. Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia e nella Lega non c’è nessun nostalgico. Durigon è bravissimo, è il papà di ‘Quota cento’. Chi è di Latina sa di che vicenda si tratta: il parco era intitolato a Arnaldo Mussolini, non a Benito, e la sinistra poi gli ha cambiato il nome. Durigon aveva chiesto al sindaco di occuparsi di immondizia e non di cambiare i nomi ai parchi. Nessuna nostalgia nel passato. La Lega ha i piedi piantati nel presente e nel futuro”.
Così il leader della Lega, Matteo Salvini a Zona Bianca, su Rete 4., confermando comunque l’interesse della Lega per il territorio di Latina. Del resto difficile pensare che il sottosegretario Durigon pensi davvero che Arnaldo Mussolini abbia più meriti di Falcone e Borsellino, tanto da dedicargli una piazza di Latina. L’intervento di Durigon, sia pure con la precisazione di Salvini, sembra comunque in chiaro tentativo di rosicchiare voti all’estrema destra in un territorio, il Sud del Lazio, in cui ora trionfa Fratelli d’Italia, mentre in passato a dominare è stato il Movimento sociale italiano (MSI).
A Latina nel 2018 fu eletta nel collegio uninominale Giorgia Meloni, col 42% dei voti, sostenuta da tutta la coalizione di centro destra. Seppur il primo partito fu il M5s col 35% dei consensi, seguito dalla Lega col 18%. All’epoca Fdi ottenne poco più dell’8% dei voti. Ora invece la Lega teme il sorpasso del partito di Meloni, e dunque tenta la carta Mussolini. Inoltre, c’è da agganciare una parte dell’elettorato del M5s, partito in vistoso calo a Latina. E ad oggi, la destra è all’opposizione al comune di Latina.