È andata deserta la gara per le luminarie di natale da allestire sulle strade commerciali di Roma. Il bando, che si è chiuso il 27 ottobre, era stato indetto circa un mese prima dal dipartimento Grandi eventi, sport, turismo e moda, prevedeva la ricerca di sponsor per l’iniziativa “Natale a Roma, le luci della ripresa per una città sostenibile ed inclusiva”.
A quanto si apprende da fonti dell’assessorato competente il bando è andato deserto. È probabile che i rincari sull’energia, determinati dalla crisi e dal conflitto in Ucraina, abbiano scoraggiato aziende e imprese interessate a partecipare.
L’avviso pubblico prevedeva che soggetti esterni all’amministrazione, pubblici e privati, potessero proporsi per la realizzazione delle luminarie natalizie, destinate a rendere più attrattive le vie dell’intero territorio cittadino, con speciale attenzione al tema della tutela ambientale e del risparmio energetico.
Le vie di Roma a Natale, “saranno illuminate come tutti gli anni e non resteranno al buio. Grazie agli accordi che abbiamo promosso con Bulgari su via Condotti e piazza di Spagna, con Fendi in largo Goldoni e con le associazioni dei commercianti in piazza San Lorenzo in Lucina e in piazza Navona”, assicura a stretto giro l’assessore al Turismo di Roma, Alessandro Onorato. “Oltre ai progetti che i singoli municipi stanno prevedendo come ogni anno con le associazioni territoriali – aggiunge -. Il nostro bando era ambizioso perché mirava a illuminare non solo le vie del centro storico, ma anche le periferie. Il tentativo è stato quello di coinvolgere i grandi marchi, non solo romani, in un progetto solidale che abbracciasse per la prima volta l’intera città. Per agevolare la partecipazione, inoltre, avevamo ottenuto il parere preliminare delle soprintendenze e previsto l’applicazione della tariffa pubblicitaria più bassa possibile. Non era dovuto alcun deposito cauzionale, come riportato da alcuni organi di stampa, ma una semplice fideiussione bancaria come stabilito dalla normativa europea sulle sponsorizzazioni. Le condizioni per ottenere un risultato importante c’erano tutte – conclude -, ma la particolare congiuntura economica legata alla crisi energetica ha scoraggiato le adesioni delle società multinazionali che abbiamo incontrato nei mesi scorsi e che avrebbero rappresentato un valore aggiunto che a Roma non c’è mai stato”.