Neve a Roma, dipendenti capitolini in rivolta per gestione assenze

nella giornata di lunedì 26 febbraio, quando a causa della nevicata gran parte dei lavoratori non sono riusciti a raggiungere gli uffici. La decisione del Campidoglio di far giustificare le assenze con la fruizione del permesso retribuito o con ferie o recupero festività

Dipendenti capitolini sul piede di guerra per la modalità di gestione delle assenze nella giornata di lunedì 26 febbraio, quando a causa della nevicata gran parte dei lavoratori non sono riusciti a raggiungere gli uffici. La decisione del Campidoglio di far giustificare le assenze con la fruizione del permesso retribuito o con ferie o recupero festività. In sostanza, sostengono i lavoratori, se la sindaca Virginia Raggi chiudendo le scuole ha riconosciuto l’eccezionalità dell’evento meteorologico, non si capisce perché i lavoratori che non sono riusciti a recarsi negli uffici capitolini debbano “pagare” di tasca propria l’assenza utilizzando un giorno di ferie o un permesso per motivi familiari. Anche perché, lunedì 26, una prima circolare aveva indicato ai dipendenti di usufruire di un congedo a ore per “eventi eccezionali”, salvo poi essere smentita da una successiva circolare di precisazione che invece ha imposto l’utilizzo del permesso per motivi familiari.

Così, tra ieri e oggi, tutte le sigle sindacali hanno scritto alla sindaca Raggi, al direttore del Dipartimento risorse umane Angelo Ottavianelli e al delegato al personale Angelo Ottavianelli chiedendo a Roma capitale di tornare sui suoi passi. Inoltre, come spiega il sindacato Usb Pubblico impiego, i pochi dipendenti che hanno potuto, con mezzi di fortuna, raggiungere il posto di lavoro, e che sono stati fatti uscire dagli uffici alle 15 con una direttiva del vicesindaco Luca Bergamo “si trovano costretti anche a dover recuperare le ore non effettivamente svolte o a dover prestare la variazione della giornata cosiddetta lunga in altra giornata lavorativa a scelta”.

Il segretario di Uil Fpl Roma e Lazio, Francesco Croce, ha diffidato l’amministrazione capitolina, chiedendo che “le assenze sia parziali che per l’intero orario di lavoro del servizio, del personale capitolino, verificatesi a causa del maltempo nella giornata del 26 febbraio vengano riconosciute come congedo orario per eventi eccezionali in coerenza con la prima disposizione emessa. Qualora l’amministrazione non ottemperi a quanto dettato da legge”, Uil Fpl “sarà costretta, suo malgrado, ad adottare tutte le iniziative, vertenziali e pubbliche, ritenute idonee a tutela dei lavoratori interessati”.

Usb Pubblico impiego chiede “una immediata comunicazione a tutte le strutture che mantenga l’indicazione data” nella prima circolare, quella che indicava nel congedo a ore lo strumento da utilizzare per giustificare l’assenza.
”In assenza di riscontro o in caso di non accoglimento di quanto richiesto – scrive l’Usb – ci si riserva di procedere ad azioni, in tutte le sedi, a difesa dei diritti del personale coinvolto”. Fp Cgil Roma e Lazio e Cisl Fp Roma capitale e Rieti, infine, con i segretari Marco D’Emilia e Giancarlo Cosentino, chiedono al Campidoglio di rivolgersi alla Funzione pubblica, che dovrà dirimere la questione e chiarire, e una volta per tutte, le misure adottabili in caso di eventi climatici di tale straordinarietà da pretendere la chiusura degli uffici o rendere impossibile ai lavoratori il raggiungimento delle sedi.

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