Nuova rivista Campidoglio: autogol di comunicazione

La sindaca Virginia Raggi sbaglia tempismo e formula per sviluppare l’informazione del Comune, per altro necessaria.

Di che cosa meravigliarsi se le istituzioni così come le aziende producono e diffondono direttamente le notizie che le riguardano? Ormai nel mondo della comunicazione si teorizza che l’avvento di Internet spinga le imprese a parlare direttamente al pubblico, saltando i media tradizionali. Facciamo un esempio su tutti: un colosso industriale, l’Eni, ha sviluppato una Media company, attiva tanto sulla Rete che sui social, nonchè sulla carta stampata con un magazine importante: “We – World Energy”, diretto dal brillante giornalista e conduttore radiotelevisivo, Mario Sechi.

Per “garantire una più ampia informazione ai cittadini”, soprattutto della terza età e con poca esperienza digitale, il Campidoglio ha deciso di stampare e distribuire nei municipi ogni settimana 15 mila copie di un “minigiornale” che, tra costo di stampa e distribuzione non dovrebbe superare i 1.200 euro a numero. Un’iniziativa che avrebbe potuto trovare un’accoglienza favorevole. Invece è diventato l’ennesimo spunto per criticare la sindaca Virginia Raggi e la sua Giunta. Anche se era prevedibile che la decisione di sviluppare l’informazione del Comune, proprio alla vigilia di importanti tornate elettorali, avrebbe inevitabilmente esposto i Cinquestelle all’accusa di usare i denari dei contribuenti romani per farsi pubblicità!

Se poi la rivista, come preannunciato, sarà nient’altro che l’edizione a stampa della rubrica settimanale del web “La sindaca informa” (brutto titolo, a parte), non è un errore considerarlo un “volantino” promozionale, tanto più se diretto dall’attuale capo “pro tempore” dell’ufficio stampa di Roma Capitale, Maria Rosaria Pacelli.

Al di là del momento sbagliato per il lancio, avrebbe avuto certamente una migliore accoglienza un “magazine” a tutto tondo sulla Capitale, capace di informare con obiettività anche sulla reale dimensione dei tanti problemi della Città. Magari raffrontandoli con quelli di altre capitali e con le varie soluzioni altrove adottate: un “vero” giornale (anche se con poche pagine) diretto da un giornalista “esterno”, in discontinuità con l’ufficio stampa.
La rivista del Campidoglio può e deve contribuire anche a formare e quindi a migliorare il comportamento dei cittadini (e non solo) verso la Capitale.

Si è scelta invece una formula che fa parte di una comunicazione morta e sepolta: l’ house organ dei tempi passati. Che risulta anche un’ulteriore dimostrazione di come i Cinquestelle siano, da un lato capaci di cogliere i profondi cambiamenti che abbiamo di fronte, ma, dall’altro deludano sul piano pratico quando affrontano i problemi del presente. E in ciò l’Amministrazione della Capitale, guidata dalla Raggi, è un ineluttabile esempio… ora anche e proprio sul cavallo di battaglia del il Movimento di Beppe Grillo: la comunicazione.

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