Organtini (S. Alessio): stabilità lavorativa per assistenti comunicazione

Riprendiamo l’intervista integrale ad Antonio Organtini, direttore generale Sant’Alessio pubblicata sul sito del centro regionale per i ciechi

Il Sant’Alessio vanta un patrimonio di professionalità che lavorano a tutto campo per potenziare l’autonomia delle persone con disabilità visiva ed è l’unico Ente in Italia che offre servizi in ambito riabilitativo, scolastico e domiciliare, in grado di assicurare una presa in carico globale dell’utente. All’interno del corpus professionale del Centro Regionale, una punta di eccellenza è rappresentata dagli assistenti alla comunicazione, operatori che offrono servizi di supporto educativo in ambito scolastico agli alunni con disabilità visiva. In accordo con la Regione Lazio, il Sant’Alessio sta mettendo a punto un piano per la valorizzazione di questa figura professionale, per offrire agli assistenti alla comunicazione maggiori garanzie di stabilità lavorativa ed efficientare il lavoro sul discente con disabilità visiva.

Con circa 200 assistenti alla comunicazione, il Sant’Alessio segue 500 studenti in 217 scuole del Lazio, facilitando i processi di apprendimento dell’alunno con disabilità sensoriale, facendo da cerniera tra la scuola, il discente e la sua famiglia. Si tratta, dunque, di figure professionali che svolgono prestazioni lavorative di qualità.

La qualità del loro lavoro è indiscutibile: gli assistenti alla comunicazione svolgono una funzione essenziale anche perché rispondono a tutte le esigenze formative ed educative dell’utente.

Nella Regione Lazio come viene attualmente erogato il servizio?

In maniera disomogenea. L’Ente regionale, competente per il servizio sulle scuole di ogni ordine e grado, ha deciso diversamente per ogni provincia. Così, per Roma è stato prorogato l’appalto del 2014, a Latina il servizio è stato affidato direttamente, a Rieti è stato attribuito all’Unione Italiana Ciechi, mentre a Viterbo e Frosinone le singole scuole sono state delegate a scegliere i propri operatori. In estate, la Regione recepisce le iscrizioni degli studenti disabili visivi e quindi redige un piano di interventi, assegnando a ogni scuola, e quindi a ogni singolo discente, un pacchetto di ore per l’assistenza alla comunicazione.

La complessità di questo meccanismo ha evidenziato alcuni aspetti critici che si ripercuotono negativamente sul diritto dell’utente ad avere un servizio efficiente. Quali sono i punti problematici?

Intanto, la triangolazione Regione – Scuola – Provider del servizio crea una forte ambiguità su chi fa cosa. La scuola, in realtà, è beneficiaria indiretta di un servizio alla persona, gestito dal provider su commissione della Regione.

L’eccessiva burocratizzazione dell’iter di assegnazione rallenta l’affidamento del servizio, con riflessi sulla qualità del lavoro, mentre dovremmo garantire al discente la presenza dell’assistente alla comunicazione sin dall’inizio del percorso scolastico.

Infine, vi è la questione dell’impossibilità da parte dell’assistente alla comunicazione di gestire in modo autonomo il monte ore che spetta a ciascun utente, al fine di programmare un lavoro sulla base delle reali esigenze del discente disabile visivo.

I ritardi nell’assegnazione del servizio determinano una forte precarietà lavorativa dell’educatore che opera nelle scuole. Come state lavorando per arginare il precariato degli assistenti alla comunicazione, così penalizzante per lo studente e per le dinamiche stesse del lavoro scolastico?

Il Sant’Alessio è un Ente di riferimento della Regione Lazio, sottoposto a controlli analoghi a quelli delle società in house. Per questo rivendichiamo un contratto di servizio pluriennale, di tre o cinque anni, in modo che il Sant’Alessio possa garantire di riflesso anche agli assistenti alla comunicazione contratti più lunghi, offrendo loro una continuità di lavoro.

Come procede l’interlocuzione con la Regione Lazio, pensate di arrivare ad un accordo in tempi brevi in modo da dare garanzie agli assistenti alla comunicazione prima dell’imminente pausa estiva?

Abbiamo da subito ricevuto un’ampia rassicurazione da parte della Regione Lazio sul fatto che saremo noi a svolgere l’attività nell’anno scolastico 2018-2019: ci è stata già formalizzata la proposta che diventerà operativa dopo l’approvazione del bilancio regionale. Abbiamo accolto favorevolmente questa disponibilità perché garantisce maggiore omogeneità al servizio ma non possiamo dirci soddisfatti riguardo alla durata dell’affidamento, che avevamo chiesto per 3/5 anni. Confidiamo, inoltre, nella più rapida approvazione del bilancio in modo da avviare subito il lavoro degli uffici e garantire già a settembre la presenza dell’assistente alla comunicazione nelle scuole.

Come cambieranno i rapporti tra il Sant’Alessio e i propri operatori sotto il profilo della programmazione degli interventi e come saranno computate le ore di lavoro dell’assistente alla comunicazione?

L’approccio metodologico che proponiamo attraverso i nostri assistenti alla comunicazione è il progetto basato sulla persona, sul discente. Un progetto che tenga in conto le reali esigenze del singolo alunno, legato al percorso scolastico, con un intervento massivo nella scuola primaria e poi con un décalage nella secondaria di primo e secondo grado. Ragionando in termini di obiettivi e di azioni, aboliremo il foglio firma e istituiremo il registro delle attività dell’assistente alla comunicazione: quello che ci interessa valutare, infatti, è l’attività globale di potenziamento delle autonomie e l’acquisizione di competenze da parte dello studente. Per questo, inizialmente saranno assegnate in maniera forfettaria maggiori ore alla scuola primaria, riducendo le ore nelle scuole secondaria di primo e secondo grado. La sottoscrizione della mera presenza nella scuola, certificata dal foglio firma dell’assistente alla comunicazione, non ci interessa.

Resta confermato anche il costo del servizio e quindi lo stipendio per l’assistente alla comunicazione?

Il Sant’Alessio garantisce un emolumento più alto rispetto a quello offerto dalle cooperative. Questo punto non è in discussione. Lo stipendio resterà il medesimo.

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