Ostia, la vittoria dei cinquestelle nella disaffezione del voto

La crescita dell'astensionismo é giunto in questa occasione al 66,40 per cento.

Come era prevedibile, visti i risultati del primo turno e quelli dell’anno scorso per il Comune di Roma, il M5S ha vinto, con Giuliana Di Pillo, il ballottaggio per la guida del X Municipio della Capitale (Ostia) contro la candidata del centrodestra, Monica Picca. Il successo é stato netto, con circa venti punti di percentuale di differenza (59,6 contro il 40,4 per cento) anche se non strabordante come quello conseguito da Virginia Raggi nel 2016 (la sindaca allora raccolse sul litorale romano circa il 75% dei voti).

Certo é che, da una prima analisi dei flussi elettorali, sulla neo minisindaca pentastellata di Ostia sono confluiti i voti della sinistra non Pd che aveva dato indicazioni in tal senso ai propri elettori. Per la sconfitta Picca, sulla Di Pillo sarebbero andati anche “i voti degli Spada e di Casapound”.

Al di là della indiscussa vittoria dei cinquestelle, un dato emerge preoccupante dalla consultazione ostiense, ovvero la crescita dell’astensionismo giunto in questa occasione al 66,40 per cento. Si potrá obiettare che ai ballottaggi il calo dei votanti é fisiologico ed é vero. Ma nel primo turno di domenica 5 novembre, quando si reco’ alle urne solo il 36% degli aventi diritto al voto, il litorale romano fu investito da un violento nubifragio che poteva aver dissuaso molti elettori a non lasciare la propria abitazione. Domenica 19, invece, splendeva il sole; ciononostante le urne sono state disertate. Ciò significa che nei cittadini cresce la disaffezione verso la politica e verso tutti i partiti, M5S incluso. Un fenomeno sempre piu’ preoccupante perche’ questo disinteresse si va trasformando in sfiducia verso le istituzioni tutte.

Da Ostia – e due settimane fa anche dalla Sicilia (anche nell’isola si è registrato un forte astensionismo, anche se non nelle stesse dimensioni del litorale romano) – suona forte un campanello d’allarme per tutte le forze politiche che il prossimo anno (tra marzo e maggio) si affronteranno nelle elezioni politiche per eleggere il nuovo Parlamento. Gli elettori, infatti, sembrano non accontentarsi piu’ di promesse e di programmi, ma chiedono e pretendono soluzioni per i numerosi problemi che attanagliano il nostro Paese.

Problemi che si chiamano lavoro, pensioni, scuola, sanità e servizi vari. E’ su questi temi che dovrá essere incentrata la prossima campagna elettorale nazionale e solo così, probabilmente, si invoglieranno i cittadini a tornare a credere nella politica e nell’importanza del proprio voto ed a fare la fila ai seggi.

Per la cronaca. Come riportano alcuni giornali, ieri, in un seggio di Tor de’ Cenci, su 998 iscritti alle liste elettorali, solo due si sono recati a votare.

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