Parioli, al via demolizione storico palazzo Coppedé

Proteste dei residenti e di Italia Nostra. Secondo il progetto al posto dell'edificio sorgerà un moderno e lussuoso condominio.

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E’ in corso da stamattina la demolizione dello storico stabile nel quartiere Coppedè, in via Ticino. La demolizione ha visto la contrarietà degli abitanti del quartiere e di alcune associazioni ambientaliste che non vogliono contaminare l’architettura della zona con opere moderne come quella che si dovrebbe realizzare al posto dello stabile da demolire.

Quando abbiamo scoperto che l’intenzione era quello di abbattere lo stabile per costruirci una nuova palazzina che altererebbe l’aspetto del quartiere ero contrario – dichiara uno dei residente della via – Questo a fine luglio. Adesso che hanno cominciato a demolire non vedo l’ora che finiscano questi lavori che stanno portando disagi al quartiere. Ci sono dei ricorsi per bloccare i lavori da parte di Italia Nostra e di Vittorio Sgarbi ma poi cosa succede? Ci troviamo lo scheletro del palazzo per anni in mezzo al quartiere? A questo punto prima finiscono i lavori e meglio è. Ci sono dei ricorsi da parte di Italia Nostra, da Vittorio Sgarbi”.

A nulla è valsa, dunque, la corsa contro il tempo di Italia Nostra, dei residenti del quartiere, dell’associazione “Roma è la mia città” e della consigliera del I Municipio Nathalie Naim che avevano tentato di fermare le ruspe e che annunciano un sit-in di protesta davanti al cantiere e richieste di interventi al Comune e alla magistratura.

“E’ inaudito che nel cuore di un quartiere liberty si stia per edificare un moderno condominio, ma è quanto accade al Coppedè – ha detto in una nota Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma – è iniziata la demolizione di uno storico villino, che risale ai primi anni del secolo scorso, senza che nessuna istituzione abbia fatto nulla per fermare lo scempio. Ci uniamo a quanti chiedono lo stop alla demolizione. La Sindaca Raggi e l’assessore all’Urbanistica intervengano a bloccare i lavori. Faremo una interrogazione urgente al ministro Franceschini”, ha concluso.

Il progetto, infatti, che prevede la costruzione al posto dell’attuale edificio di un moderno e lussuoso condimonio accanto alla casa in stile floreale che fu del tenore Beniamino Gigli, era diventato un caso quando le associazioni, avevano chiesto l’accesso agli atti e dagli archivi erano spuntati i progetti originari dell’edificio, che risale al 1929-31 ed era del conte Girolamo Nardelli, progettato da Ugo Gennari, già presidente dell’ordine degli Architetti di Roma, mentre negli anni Cinquanta c’era stata solo una sopraelevazione. E dunque Italia Nostra, che aveva già presentato un esposto alla soprintendenza, ne aveva inviato un altro alla Procura firmato anche da Vittorio Sgarbi.

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