Giovanna Vitale per La Repubblica Roma
Cartelli, striscioni, cori. «Raggi, la senti questa voce? Parla con noi» urlano gli esasperati abitanti del rione Monti, appostati già da ore nei dintorni della stazione Cavour — il cui restyling artistico è stato presentato ieri mattina dalla sindaca Raggi, insieme alla promessa di trasformare tutte le metro in luoghi d’arte — per urlare tutta la loro contrarietà alla chiusura alle auto di Via Urbana. «Il rione non ha padrone, decidiamo noi sulla pedonalizzazione» scandisce il gruppo di residenti, una trentina nonostante il giorno feriale, infuriati contro «un progetto deciso senza neppure consultarci su input di alcuni ristoratori che pensano di arricchirsi sulla pelle di chi in questo posto ci vive e rifiuta di vederlo trasformare in una gigantesca distesa di tavolini all’aperto». Dicono no i residenti, «non ha senso, Via Urbana è una strada priva di traffico, è stata appena riqualificata e messa in sicurezza con percorsi pedonali protetti».
Sono lividi e persino sorpresi «dall’arroganza della giunta 5Stelle che rifiuta di intervenire laddove servirebbe davvero: su via dei Serpenti e via Panisperna, che sono strade di attraversamento affogate dal traffico e tali rimarranno! Ma si sa, per favorire qualcuno sono disposti a tutto», tuonano. Allusione neanche tanto velata al delegato alla ciclabilità, Paolo Bellino e alla capogruppo grillina in I municipio Giusi Campanini, entrambi abitanti in via Urbana e tra i principali fautori di questo circoscritto stop alla circolazione.
Una contestazione dalla quale la sindaca si tiene volutamente alla larga — una cosa sono i referendum on-line, altra il confronto diretto coi cittadini — senza tuttavia rinunciare a dire la sua. «La pedonalizzazione va avanti perché ha degli effetti estremamente positivi dal punto di vista ambientale e dell’inquinamento», spiega Raggi ai giornalisti. «Inoltre permette ai cittadini di poter ricominciare a vivere un rione antico come Monti, fatto di strade molto piccole e delicate».
E pazienza se il tratto da vietare al traffico è lungo non più di 300 metri. La grillina insiste: «In tutti i luoghi del mondo dove sono state fatte delle pedonalizzazioni, dopo un primo momento di sconcerto tanto i residenti quanto i commercianti hanno trovato dei benefici». Per poi ribadire ai contestatori, anche su Fb: «Ricordo che sono stati già fatti degli incontri con i cittadini e che sono state raccolte oltre 1.200 firme per la pedonalizzazione e proprio sulla base di quella petizione abbiamo continuato il nostro lavoro».
Atteggiamento e parole che finiscono per surriscaldare gli animi: «Ma non si vergogna? La sindaca stamattina è venuta e ha parlato con la stampa ma non coi residenti, quando l’abbiamo chiamata non si è neanche girata. Ripetendo come un disco rotto la storia delle firme, che sono tutte dei clienti — anche stranieri! — dei ristoranti e dei negozianti che le hanno raccolte», si arrabbia Lisa Roscioni. Che non riesce a placarsi neppure quando l’assessora Linda Meleo si avvicina per tentare un dialogo: «Questa manifestazione mi sembra strumentale, state facendo allarmismo», li rimprovera la titolare della Mobilità.
«Ma guardi Trastevere e San Lorenzo», ribattono i rivoltosi, «la chiusura di via Urbana è un regalo alla movida mentre tutti gli artigiani e le botteghe che sono il vanto del rione chiuderebbero». E men che meno rassicurati dal ramoscello d’ulivo offerto dal presidente della Commissione Trasporti Enrico Stefano: «Vi garantisco che entro aprile ci vediamo, però vi dico che non si può pensare di eliminare del tutto l’isola ambientale». Esattamente quel che chiedono loro, però: una protezione per tutto il rione, non per una sola strada ad alta densità di vip a 5 stelle.
«Ciò che più mi sconvolge», alza il livello della sfida la minisindaca del centro storico Sabrina Alfonsi, «è che Raggi va avanti senza ascoltare il rione né aver sciolto – prima – il nodo dei flussi veicolari che dall’isola pedonale dei Fori si sono spostati sull’Esquilino, Monti e via Labicana. Perciò adesso lo faremo noi, nella speranza che i 5S capiscano che con lo scontro permanente non si va da nessuna parte. Soprattutto non si fa il bene della città».