Sabrina Alfonsi, 55 anni, è la nuova responsabile dell’Ambiente, di fronte ai rifiuti che continuano ad accumularsi intorno ai cassonetti ritiene che i motivi della “vera crisi di questi giorni” vadano cercati nella mancanza di sbocchi adeguati. In una lunga intervista al dorso locale di Repubblica, Alfonsi spiega le strategie grazie agli accordi con Mantova e Livorno entro Capodanno la situazione migliorerà,
Assessora, il sindaco ha scommesso di ripulire la città entro Natale, ma se restano a terra mille tonnellate di rifiuti a settimana (in aumento) il piano rischia di fallire trasformandosi in un boomerang: come pensate di mantenere le promesse?
“Nel momento in cui partiranno gli accordi con Mantova per 360 tonnellate al giorno di rifiuti e con la Toscana per altre 170 tonnellate tra Fos (Frazione organica stabile) e scarti di lavorazione, al 31 dicembre potremo avere una situazione migliore rispetto a quella attuale. Non voglio fare promesse, ma il percorso ormai è avviato con 40 milioni in bilancio, 32,3 di risorse esistenti e 7,7 di fondi aggiuntivi. Nei prossimi anni vogliamo garantire continuità con stanziamenti adeguati”.
I problemi strutturali di Ama, tra carenze di organico e mezzi fermi nei depositi, non riescono a garantire il potenziamento del servizio auspicato: state valutando l’ipotesi di appaltare all’esterno alcune attività?
“Sulla raccolta, nell’ambito del piano straordinario, sono già in campo altri soggetti, ad esempio le ditte del Simu”.
Per puntellare il piano, che Ama da sola non è in grado di sostenere, potreste coinvolgere anche Multiservizi?
“Valuteremo l’opportunità di reinserirla tra le collaborazioni con Ama”.
I sindacati chiedono un accordo per definire turni straordinari e di reperibilità.
“Appena il nuovo management si sarà insediato, convocheremo subito i sindacati. Una volta nominato il dg, il nostro obiettivo è il decentramento di Ama che, tra un anno, potrebbe essere inserito nel nuovo contratto di servizio: quindici funzionari nei territori che li mettano in relazione con l’azienda per concordare le modalità di raccolta e verifica”.
Roma sconta forti ritardi nella realizzazione di impianti che le garantirebbero l’autosufficienza. Al contrario l’export dei rifiuti, oltre a gravare sulla ‘l’ari, rappresenta un elemento di fragilità per l’intero sistema: come siete orientati?
“Attendiamo l’assestamento dell’azienda e il cambio dei vertici. Il nuovo amministratore unico (Angelo Piazza, ndr) farà presto un bando per individuare il direttore generale e si tornerà a un Cda a tré. Si cercano profili di altissimo livello per la stesura del nuovo piano industriale, che sarà il nostro faro per capire di quali impianti abbiamo bisogno. Nel frattempo, stiamo già lavorando per agganciare le risorse del Pnrr destinate agli impianti di trattamento”.
Tra le opzioni, state valutando anche il termovalorizzatore?
“No, perché non è previsto nel Piano regionale né nelle linee programmatiche del sindaco. Nel frattempo, va avanti la conferenza dei servizi per il potenziamento di San Vittore”.
La raccolta differenziata, ferma al 45 per cento, rappresenta un altro nodo critico: come contate di raggiungere gli obiettivi che vi siete dati, sopra il 50 per cento nei primi due anni e oltre il 65 a fine consiliatura?
“La raccolta deve essere completamente riprogrammata affiancando al porta a porta i cassonetti intelligenti con il calcolo puntuale della tariffa e quelli interrati che sono anche dei compattatori”.