Pmi, Confapi: la cittá é ferma, l’economia deve ripartire

Appalti fermi per 123 mln. Tabacchiera: Riattivare macchina comunale. Casasco, da noi collaborazione

Roma “e’ una citta’ completamente ferma che soffre di eccessiva burocratizzazione e immobilismo
amministrativo”. Massimo Tabacchiera, presidente di Confapi Roma e Confapi Lazio presenta il programma della sua presidenza denunciando le difficolta’ delle imprese romane a dialogare con
l’amministrazione comunale nei cui uffici “sono fermi 123 milioni di euro perche’ gli appalti non vengono aggiudicati” e ci sono “ben 300 pratiche del Piano casa’ ferme negli uffici”.

“Non riteniamo Comune e Regione delle controparti – ha spiegato Tabacchiera nel corso di una conferenza stampa insieme al presidente di Confapi Maurizio Casasco – ci aspettiamo pero’ di trovare nell’amministrazione interlocutori credibili e siamo pronti ad offrire le nostre competenze”.
Una disponibilita’ ribadita da Casasco: “noi puntiamo il dito su cio’ che non va, ma soprattutto collaboriamo per far si’ che tutto vada meglio. Roma e’ la capitale del nostro Paese e deve poter portare alta la bandiera del lavoro e dello sviluppo”.

Uno sviluppo che secondo Tabacchiera passa attraverso lo “snellimento delle procedure e la trasparenza”, perche’ “oggi gli investimenti privati non riescono ad essere cantierati per le pastoie burocratiche degli uffici dell’Amministrazione Capitolina. Cosi’ il deficit infrastrutturale della citta’ cresce in modo esponenziale”.

E le difficolta’, secondo il presidente di Roma e Lazio, si possono superare. “Noi proponiamo che
l’Amministrazione chieda all’Anac un ‘prestito’ di funzionari che in seduta pubblica ad oltranza diano il via libera alle gare affidando i lavori. Procedura regolare e veloce. Verrebbe cosi’ superata l’empasse di funzionari e dirigenti del Comune che non vogliono assumersi la responsabilita’ di mettere la loro firma per assegnare le gare”.

Tabacchiera ha fatto notare che “la nuova macro struttura dell’amministrazione e’ stata approvata dalla Giunta e prevede 4 super direttori che dovranno governare i processi e coordinare i capi dipartimento. Peccato che ancora mancano i nomi nelle caselle, erano attesi entro il 31 dicembre”.

Per quanto riguarda la Regione uno dei punti dolenti riguarda la sanita’ che “nel Lazio costa di piu’ se la struttura e’ pubblica”. “Un letto occupato in un ospedale pubblico costa circa 1.250 euro al giorno – ha spiegato -, mentre un letto occupato in una struttura privata accreditata costa alla Regione circa 300 euro al giorno”. Per questo “ci batteremo perche’ gli interventi di spending review rappresentino una ottimizzazione della spesa sanitaria, ma anche in termini di crescita della presenza degli imprenditori privati nel comparto sanitario sostenuto dal sistema regionale, anche sponsorizzando la
privatizzazione di alcuni ospedali minori”.

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