Pnrr/Lavoro: sistema sull’orlo del collasso per il deficit di competenze nelle imprese e nella burocrazia 

Un convegno ExpoTraining/FondItalia/FederTerziario alla Camera dei Deputati lancia  l’allarme sulla condizione di scarsa  professionalizzazione dei lavoratori di fronte alla sfida di spesa dei fondi europei per la transizione digitale ed ecologica

I 300mila posti di lavoro ad alto valore aggiunto che saranno creati grazie ai fondi del PNRR per accompagnare le transizioni digitali, ambientali ed energetiche rischiano di non trovere risposte professionali adeguate. Per mobilitare le forze politiche , sindacali e aziendali sulla su un sistema lavoro sull’orlo del collasso, ExpoTraining in collaborazione con FondItalia (Fondo Formazione Italia di FederTerziario) nell’Aula dei Gruppi Parlamentari alla Camera dei Deputati hanno promosso il convegno  “Il superamento del mismatch per l’occupazione e la competitività attraverso l’apprendimento permanente”.

“Senza un capitale umano ben formato e ben formante – ha sottolineato Valentina Aprea, esperta di politiche della formazione – lo sviluppo industriale è praticamente impossibile. Dobbiamo pensare e favorire nuove forme di collaborazione: le scuole sono costrette a diventare fabbriche di competenze, e non solo di cittadinanza; le imprese, fabbriche di conoscenza e non solo di prodotto’”.

Rilevata la necessità di rafforzare la filiera della valorizzazione totale della formazione professionale, Ilaria Cavo, vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera, ha illustrato i risultati di un’indagine sul Made in Italy che ha evidenziato in tutti i settori dal commercio, alla moda, all’elettronica, la necessità di mettere in atto tutte le azioni necessarie ad anticipare il problema della professionalizzazione e non a inseguirlo. Inoltre riguardo al rafforzamento degli ITS, Istituti Tecnici Superiori, già in atto, ha proposto l’allargamento della rete nei distretti del Made in Italy sostenuti dalle imprese, sottolineando l’efficacia dell’inserimento dei tutor d’orientamento nelle scuole.

Roberto Ricci, presidente di Invalsi, l’istituto per la valutazione del sistema scolastico, ha rilevato la necessità di intervenire fin dalla scuola dell’infanzia per riuscire a colmare il deficit di competenze che i nostri giovani stanno accumulando di anno in anno, nonché l’esigenza di frenare il fenomeno della dispersione scolastica in aumento. “Più del 54% dei cittadini italiani, non solo degli studenti, – ha affermato  –  non ha competenze digitali di base e risulta quindi evidente che dobbiamo aiutare la scuola a trovare quelle vele costruttive perché progredisca e la aiuti a “sporcarsi” le mani con il rigore e la costanza”.

Gli esponenti sindacali intervenuti, consapevoli della grave mancanza di competenze che limita lo sviluppo, hanno insistito anche su alcuni aspetti sociali. “La partita è complicata e non è esclusivamente legata alla formazione e al grado di istruzione – ha detto Giorgio Graziani, segretario confederale della Cisl – ma a un contesto sociale complicato: mi riferisco in particolare a un assetto demografico che non ci rende tranquilli in prospettiva anche rispetto alle esigenze numeriche delle imprese. Sono proprio le persone che si mettono al servizio delle imprese, del lavoro e quindi del Paese che poi contribuiscono a renderlo competitivo a un livello qualitativo importante”. Per Francesco Paolo Capone, segretario generale della Ugl, è indispensabile investire nell’orientamento scolastico che sia spinto non solo dalle tendenze, ma anche dalle esigenze del mercato del lavoro. “Dobbiamo aiutare i giovani – ha sottolineato – a scegliere i propri percorsi formativi non solo in base ai desiderata dei genitori, ma sulla base delle vere e proprie possibilità che il mercato del lavoro offre”.

Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario, non ha nascosto una seria preoccupazione riguardo la capacità di spesa delle risorse messe a disposizione dall’Europa per la transizione digitale ed ecologica, a causa della mancanza di sufficienti competenze che coinvolge sia il mondo delle imprese che la stessa burocrazia. ‘’Come organismo datoriale – ha detto – sosteniamo fortemente il ruolo delle politiche attive del lavoro indirizzate all’investimento su un partenariato pubblico privato, contemplando, inoltre, la necessità di mettere in campo risorse per la qualificazione e riqualificazione orientata’’.

Infine Carlo Barberis, presidente di ExpoTraining, ha concluso il convegno ricordando che il mismatch, il disequilibrio fra domanda e offerta di lavoro, è un annoso problema che costa all’Italia milioni di euro e che scopo del convegno è stato quello di riuscire a far percepire la necessità di ragionare diversamente e con approcci nuovi. “Gli ecosistemi scolastico e imprenditoriale – ha rilevato – devono aver modo di fertilizzare il rapporto reciproco e promuovere quelle correlazioni che servono al Paese, formando competenze funzionali all’economia’”. Obbiettivi che la 12ma edizione di ExpoTrainin, il 7-8 novembre alla Fiera di Milano, si propone di sviluppare ulteriormente.

 

 

 

 

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