Pnrr Roma: nei Municipi a recupero 11 impianti sportivi su 13

incertezze su Stadio Flaminio e Campo Testaccio

In tutta Roma ci sono 13 impianti sportivi chiusi, per 11 di questi sono state avviate attività di recupero, principalmente attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza o con attività di partenariato pubblico-privato. Su altri due, di massima importanza, pendono ancora molte incertezze: si tratta di Campo Testaccio e dello stadio Flaminio. A tracciare un quadro è stato l’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato, che stamattina a margine di un’iniziativa, interpellato da “Agenzia Nova”, ha spiegato: “Abbiamo 13 impianti sportivi chiusi, compresi Campo Testaccio e lo stadio Flaminio che fanno storia a se. Negli altri undici o ci sono progetti di partenariato pubblico-privato in corso o ci sono progetti del Pnrr: sugli impianti di periferia stiamo andando a fare investimenti pubblici, si tratta di strutture sportive in luoghi in cui il mercato non ci metterebbe soldi. Dove il privato non arriva, interviene l’amministrazione pubblica per garantire impianti in cui le tariffe siano a canone calmierato, a canone sociale”.

Tra gli impianti avviati a recupero con il Pnrr ci sono quello a Settecamini (Municipio IV) e il palazzetto al parco Colli d’Oro (Municipio XV) oltre che il Palafijlkam di Ostia (Municipio X). A metà ottobre, con la prima partita della “Roma Volley femminile”, intanto ha riaperto il Pala Tiziano: l’impianto sportivo, destinato alle squadre di basket e pallavolo della Capitale, è stato riqualificato grazie a uno stanziamento iniziale di 3,2 milioni di euro, messo a bilancio dalla giunta precedente, e a un finanziamento integrativo di 2,1 milioni di euro per gli interventi che non erano stati contemplati. Restano i due nodi di Campo Testaccio e dello stadio Flaminio. Sul primo è stato bloccato il progetto precedente: “Snaturava il valore storico del campo”, ha detto Onorato. “Abbiamo accertato che c’è un concessionario che contava di fare un parcheggio che però non è mai stato realizzato. Da nove mesi questo concessionario ha un costante rapporto con l’amministrazione” e “siamo in attesa del progetto. Qualora il concessionario non fosse in grado di garantire l’investimento, ci sarà un intervento pubblico”, ha chiarito l’assessore.

L’opera principale, però, anche perché è tra quelle che dovranno ospitare le gare degli Europei 2032 – che l’Italia si è aggiudicata con la Turchia – è lo stadio Flaminio. Per il suo recupero si sono fatte diverse ipotesi: una riconversione, con un investimento privato, per farne lo stadio della Ss Lazio oppure una ristrutturazione a carico di Cassa depositi e prestiti e Istituto di credito sportivo. Tuttavia “a oggi, purtroppo, non abbiamo novità né dal presidente della Ss Lazio, Claudio Lotito, né da Cassa depositi e prestiti – ha ammesso Onorato -. Una volta risolto il problema del Pala Tiziano, come amministrazione comunale, abbiamo il dovere, anche sul Flaminio di recuperare i 15 anni perduti. Crediamo che la cosa più naturale del mondo sia che la Ss Lazio faccia un investimento sul Flaminio, nel rispetto dei tifosi della Lazio e di quella che è la vocazione della struttura” ma se così non fosse “ne parleremo con il governo perché lo stadio Flaminio non ha una vocazione di quartiere ma nazionale e internazionale”. Anche perché “per gli Europei 2032 abbiamo inserito il Flaminio tra le strutture di gioco, quindi contiamo che, qualora la Ss Lazio non volesse fare un’investimento e il progetto di Cdp non si realizzasse, con l’aiuto del governo nazionale e un contributo del bilancio comunale, si possa recuperare questa struttura”

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