Il neosindaco Roberto Gualtieri si prepara a bussare a palazzo Chigi e al ministero dei Trasporti. L’obiettivo è ottenere quanto prima dal governo Draghi il vìa libera sul commissariamento del ponte dell’Industria. Lo scrive ‘’La Repubblica’’.
Al tappeto da 3 settimane, messo fuori uso dall’incendio divampato a poche ore dal primo turno delle elezioni Comunali, l’attraversamento rischia di restare inagibìle per mesi. Se non di più. Una prospettiva che non piace al Campidoglio dem.
L’amministrazione Gualtieri vuole tagliare i tempi, ridurre le procedure di gara all’osso per poter garantire un cantiere rapido. Non a caso a palazzo Senatorio sin dall’insediamento dell’ex ministro del Tesoro si fa un gran parlare del «modello del ponte Morandì di Genova».
Con il via libera della presidenza del Consiglio si può accedere al commissariamento (magari con la concessione di poteri straordinari proprio al nuovo primo cittadino) e puntare a riaprire il passaggio che collega l’Ostiense a viale Marconi il prima possibile.
«In attesa della conclusione dell’analisi tecnica, che può produrre diverse tipologie di interventi, la mia idea è di avere un commissario per accelerare la ristrutturazione del ponte», spiega a Repubblica il sindaco Gualtieri. Che poi rivela: «C’è anche la possibilità dì un allargamento della carreggiata. La speranza è comunque quella di poter mantenere l’attraversamento così com’è con interventi minori, ha una sua storia».
La questione è chiara: il ponte dell’Industria, datato 1863, è un’opera tutelata. Bisogna procedere con rapidità per ristabilire il vecchio assetto della viabilità. Ma anche con la massima cautela, nel rispetto della struttura.
Le verifiche sui materiali e gli effetti che su questi ha avuto il rogo sono ancora in corso. Dovrebbero andare avanti per un altro mese abbondante. Poi si capirà che tipo di intervento sarà necessario per riaprire al traffico l’attraversamento. Se il passaggio andrà ricostruito da zero oppure se basterà una ristrutturazione.
Poi si deciderà anche sul possibile allargamento. Prima che pompieri e Comune dichiarassero inagibile il ponte di ferro, la doppia corsia era di fatto a raso. Un passaggio stretto, con le auto provenienti dai due sensi dì marcia opposti costrette a sfiorarsi. Non a caso l’ Atac non ha mai portato i suoi autobus. Troppo larghi.
L’idea che circola tra i tecnici, se mai sarà possibile, è quella di eliminare i due marciapiedi oggi interni alle travi metalliche che delimitano la struttura per poi realizzare dei passaggi pedonali esterni. Così il ponte dell’Industria diventerebbe il gemello del vicino ponte Settimia Spizzichino.
Peraltro l’ampliamento della carreggiata potrebbe tornare utile in ottica futura: la Roma dei Friedkìn, a meno di ripensamenti, vorrebbe realizzare all’Ostiense il suo nuovo stadio.
Un ponte attraversabile anche dai mezzi pubblici potrebbe tornare più che utile al momento di ottenere i nullaosta sulla mobilità da parte degli uffici capitolini. Ma questo è un altro discorso. Per ora resta in piedi quello legato al commissariamento dei lavori per la riapertura dell’opera, opzione caldeggiata anche dal presidente del VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri. Senza bisognerà attendere di sicuro i normali 6 mesi richiesti dai bandi europei prima di arrivare all’affidamento dei cantieri. Senza contare i tempi per la progettazione dell’intervento. La parola d’ordine in Campidoglio è «snellire».