Primo maggio: Rocca, numeri incoraggianti su lavoro nel Lazio ma vanno consolidati

"Il mio pensiero e la mia vicinanza a quanti lo cercano e non riescono a ottenerlo, a chi lo ha perduto, a chi è occupato in modo precario o saltuario, a chi lavora con una retribuzione insufficiente per sé e per la propria famiglia"

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca

La festa del primo maggio “è inscritta nel cuore della Costituzione che indica nel lavoro un fondamento di civiltà, condizione di autentica libertà e di autonomia delle persone nella costruzione del proprio destino. Senza lavoro viene compromesso irrimediabilmente lo stesso diritto di cittadinanza, la dignità delle persone, pregiudicando così lo sviluppo economico e morale di una società”. Lo dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

“Nel giorno in cui si celebra il lavoro, desidero rivolgere innanzitutto il mio pensiero e la mia vicinanza a quanti lo cercano e non riescono a ottenerlo, a chi lo ha perduto, a chi è occupato in modo precario o saltuario, a chi lavora con una retribuzione insufficiente per sé e per la propria famiglia – aggiunge -. In questa Regione c’è ancora tanto da fare visto che aumenta il numero dei lavoratori poveri: negli ultimi cinque anni, infatti, il 30 per cento di essi ha percepito retribuzioni annue inferiori ai 10 mila euro, secondo il rapporto Uil Lazio Eures”.

“Dobbiamo potenziare i centri per l’impiego – spiega Rocca -, renderli davvero in grado di incrociare domanda e offerta di lavoro, considerando anche le diverse peculiarità del nostro territorio e delle sue province. La Regione Lazio non è immune dalle difficoltà congiunturali del quadro economico nazionale e internazionale: l’aumento dei costi energetici e le incertezze collegate alla guerra, hanno contribuito a frenare la crescita. Tutto ciò si ripercuote, naturalmente, sul tasso di occupazione e sul potere d’acquisto delle famiglie”.

“Accanto a questi dati, tuttavia – sottolinea il presidente -, si intravedono segnali incoraggianti di ripresa. Stiamo lavorando per consolidarli, per dare corpo all’energia delle aziende, alla laboriosità dei nostri concittadini. Non a caso abbiamo avviato, da subito, tavoli operativi con le parti sociali, con le imprese, con i lavoratori. Il 2023 inizia con numeri positivi sull’export, il turismo, la creazione di nuove imprese soprattutto nella Capitale: dobbiamo mettere a sistema questi dati per affrontare al meglio appuntamenti come il Giubileo e l’Expo. Questi ultimi saranno la chiave di volta non soltanto per Roma, ma per una ripartenza del Lazio e delle sue province in termini di posti di lavoro, Pil, infrastrutture”.

“La nostra priorità – prosegue Rocca – restano tuttavia i più fragili, gli esclusi, coloro che rimanendo indietro non riescono a intravedere un possibile futuro. I giovani e le donne, in modo particolare, ma anche tutti gli operatori sanitari che devono ritrovare condizioni dignitose e sicurezza, perché anche da lì riparte una buona sanità. C’è anche un’emergenza natalità che è, a ben guardare, un’emergenza tutta sociale. Se mancano lavoro di qualità, retribuzioni dignitose e diritti, come si può ipotizzare la costruzione di una famiglia? L’occupazione femminile nella nostra Regione registra un inaccettabile gap rispetto a quella maschile. I numeri sono molto diversi dalla retorica: nel Lazio abbiamo il 54,1 per cento di donne occupate, contro il 69,7 per cento di uomini. Costruiremo un nuovo modello di welfare amico delle donne, debellando l’odiosa contrapposizione fra maternità e aspirazione lavorativa”.

“Certo, non dipende tutto dalla politica e dalle amministrazioni locali. A creare lavoro sono soprattutto le imprese, stimolate dall’obiettivo di crescere, innovare, migliorarsi – precisa il governatore del Lazio -. Esse sono, naturalmente, influenzate dal dinamismo del sistema Paese dei suoi territori, dalla nostra capacità di integrare servizi e produzione. Insomma, è la società nel suo insieme la base da cui trae forza l’economia. La difesa dei diritti è un’azione irrinunciabile per rendere pienamente effettivi gli articoli 1 e 4 della nostra Costituzione. Non tollereremo forme di illegalità e sfruttamento che, talvolta, rasentano la schiavitù. Il lavoro deve essere, anche su questo fronte, fattore di integrazione sociale”.

“In questo tempo così difficile – conclude Rocca – occorre costruire tutti insieme, istituzioni, parti sociali e imprese, un Nuovo Patto sociale per accrescere lavoro, welfare, diritti e opportunità. Per tutti. Buon primo maggio”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014