All’inizio del 2020 il mercato rionale di via Chiana festeggiava la riapertura dopo il restyling che gli riconsegnava anche una piazza centrale con spazio per la lettura, e tavoli per consumare cibo tra i banchi, tornati luogo di incontro del quartiere. Ma la soddisfazione per l’inizio di una nuova stagione della struttura, che accoglie tra l’altro sia iniziative culturali che associative, non è mai stata veramente completa e definitiva, visto che il parcheggio multipiano di riferimento, nello stesso edificio, è chiuso dal 2017 per problemi strutturali.
Gli interventi di ripristino in questi anni sono andati a rilento e non sono mai stati risolutivi (il gestore del parcheggio è Atac), mentre fuori, in strada le auto sostano in doppia fila per avere accesso ai servizi del mercato. La gimkana quotidiana attorno all’edificio ha portato all’esasperazione i residenti e gli operatori commerciali che hanno organizzato, il 23 settembre scorso, un sit-in davanti al cancello del parcheggio e fermato in segno di protesta per un giorno l’attività del mercato. La mobilitazione è arrivata in Campidoglio e sembra aver avuto successo. L’Assemblea capitolina ha approvato la variazione di bilancio: un milione e 300mila euro sono stati stanziati per la riqualificazione del parcheggio con carattere di urgenza. Amedeo Valente, presidente dell’associazione Mercato Trieste-Via Chiana rappresenta i circa 60 banchisti della struttura: “Abbiamo manifestato per far sentire la nostra voce dopo quattro anni di attesa. La mancanza di ben 420 posti auto ha creato un grande disagio tra i cittadini e gli operatori commerciali.
Non è possibile in questa situazione lavorare e fare la spesa serenamente. Ci auguriamo che, ora con la copertura finanziaria, ci sia l’impegno ad affidare velocemente i lavori”. Valente ai microfoni di RadioColonna è andato oltre, sottolinenando anche la situazione “vergognosa, parte dello scandalo, in via Lambro”. Lo stesso edificio che ospita il parcheggio e il mercato, comprende anche una serie di locali sfitti, da moltissimi anni tornati nella disponibilità del Comune, che andrebbero messi a bando da parte del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale per ospitare attività artigianali. Molti giovani potrebbero creare in questi spazi nuove imprese, ma ora ci sono soltanto saracinesche abbassate e immobilità.