Rebecchini: “Per rilanciare Roma serve cambiare il Piano regolatore”

"Negli ultimi anni - spiega il presidente dell'Acer- le diverse dinamiche di contesto sono mutate, accentuate anche dalla pandemia. E il cambiamento non è più solo un’esigenza dei costruttori

Per rilanciare Roma serve cambiare il Piano regolatore, adeguandolo alle esigenze dei cittadini. Lo torna a chiedere il presidente di Ance Roma-Acer, Nicolò Rebecchini, in un’intervista al “Corriere della Sera”, cogliendo l’occasione – a poco più di cento giorni dall’elezione a sindaco di Roberto Gualtieri – per sollecitare un deciso cambio di passo sul tema.

“Cambiamo il Piano regolatore, non risponde più alle esigenze della città”. Il presidente dei costruttori romani, Rebecchini, ribadisce la necessità non solo di un cambiamento di norme, ma anche di modifiche alla filosofia stessa con cui è stato impostato.

“Negli ultimi anni – spiega il presidente dell’Acer – le diverse dinamiche di contesto sono mutate, accentuate anche dalla pandemia. E il cambiamento non è più solo un’esigenza dei costruttori. Adesso ci vuole una precisa volontà politica e un altro approccio, passare dal ‘tutto è vietato, tranne ciò che viene concesso’ al ‘tutto è autorizzato, tranne ciò che viene vietato’, come accade in altre realtà italiane”. Per Rebecchini “il nuovo Piano (Prg) deve far fronte alle necessità della città di domani, ed i contenuti e la strumentazione attuativa devono poter dare quelle risposte certe e veloci in linea con l’evolversi del tempo. Per questo oggi la classe dirigente è chiamata a fare sintesi e a interpretare il sentire comune, condiviso da cittadini, classe imprenditoriale e tessuto economico. E se le risposte sono coerenti con le spinte che vengono dal basso, si deve avere il coraggio di apportare veri cambiamenti, non fare solo dei banali aggiustamenti o modesti adeguamenti”.

“Non si può continuare come è stato finora facendo varianti – sottolinea Rebecchini dalle pagine del Corriere -. Anche le convenzioni urbanistiche negli ultimi anni sono crollate: dalle 9 del 2013 si è passati ad una sola nel 2014 e così nel 2017 e nel 2018, e zero negli altri due anni compreso il 2020. Con grave danno per lo sviluppo della città. Si sottoscrivono poche convenzioni, perché non ci sono più programmi – precisa il presidente dell’Acer -. E la classe dirigente ultimamente si è limitata a proposte spot, come lo stadio della Roma o la vecchia Fiera. Bisogna uscire da questa logica ormai superata”. Secondo Rebecchini “partendo da un riordino normativo e passando dal conferimento di alcuni specifici poteri da parte della Regione a Roma, legati al suo ruolo di Capitale italiana, si può procedere con le semplificazioni, dando maggiore flessibilità nelle funzioni”. Quindi, “ecosostenibilità, rigenerazione urbana senza condizioni, politiche abitative vere che possano far fronte alle richieste delle tante famiglie che da decenni aspettano un alloggio e che siano di supporto delle categorie più deboli. Sono queste le soluzioni e le proposte degne di una grande Capitale”.

E il nuovo Pgr deve avere “flessibilità nelle funzioni: sto parlando di logistica, residenziale e housing sociale che devono essere obiettivi facilmente perseguibili. In più rigenerazione urbana senza condizioni, per evitare il consumo del suolo”, conclude il presidente dell’Associazione dei costruttori romani.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014