Rebecchini: Riqualificare periferie per risollevare Roma

Il presidente dei costruttori romani nel corso dell’Assemblea annuale ha lanciato un concorso di idee sull’area del Tiburtino. “Sono proprio le periferie la città del futuro. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee”. Ok a Tavolo Calenda

Rigenerazione urbana, é questa la strada principale per far rientrare Roma a far parte del gruppo di metropoli più attrattive nel mondo sviluppato. Ne é convinto il presidente dei costruttori romani,
Nicolò Rebecchini, che all’Assemblea annuale dell’Acer, all’Auditorium Parco della Musica, ha lanciato un concorso di idee sull’area di Tiburtina.

“Siamo così intimamente convinti della necessità ed urgenza di intraprendere questa strada che abbiamo messo a punto un “concorso di idee” per la rigenerazione di un ambito urbano – ha detto il presidente – Parliamo di un contesto in cui doveva realizzarsi lo SDO, progetto poi abbandonato e sostituito con quello delle Centralità del nuovo PRG. Anche le Centralità non hanno ancora trovato attuazione. Nel frattempo è stata realizzata la nuova Stazione Tiburtina, la nuova sede di BNL e il recupero del deposito ATAC di Lega Lombarda: funzioni; ma intorno c’è il degrado, l’evidente contrapposizione tra sviluppo ed abbandono. Abbiamo come ACER esaminato tale contesto e riteniamo che meriti la giusta attenzione di riqualificazione. Per questo oggi lanciamo e mettiamo a disposizione del Comune di Roma Capitale, un concorso di idee sull’area del Tiburtino, chiamando i professionisti a produrre proposte di interventi nell’ambito degli strumenti offerti dalla recente legge regionale sulla rigenerazione”.

Un piccolo contributo, “ma una forte testimonianza – ha aggiunto Rebecchini – e ci auguriamo che la Camera di Commercio voglia essere al nostro fianco in questo progetto. Progetto ripetibile in 10, 100 ambiti; basti pensare che gran parte delle periferie della nostra città è sorta spontaneamente – oltre 40 milioni di metri cubi – senza servizi, infrastrutture, qualità e rispetto delle elementari tecniche costruttive”.

Ma anche il patrimonio edilizio realizzato legalmente nell’ambito delle previsioni urbanistiche prima degli anni ’70 necessita di adeguamenti ai requisiti di legge oggi previsti.

“Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile – ha concluso – E’ fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee”.

Il presidente dei costruttori si é anche soffermato sul tavolo per Roma. “La visione sulla Roma del futuro prossimo sia il frutto di una discussione collettiva”, e “questa discussione sembra finalmente avviata” grazie anche al Tavolo per Roma “fortemente voluto dal ministro Calenda. Da troppo tempo – prosegue – non si percepiva una volontà di collaborazione, nell’interesse della Capitale, da parte di tutte le istituzioni, a partire dal Governo e dalla Regione, entrambi chiamati a svolgere un ruolo fondamentale. Abbiamo avvertito questa scossa positiva e ci sentiamo proiettati in un processo riformatore sul metodo, sulle istituzioni e sulla pubblica amministrazione. Il Tavolo per Roma – afferma ancora – deve diventare da subito un impegno prioritario anche per la prossima legislatura, affinché si generi un incubatore di progettualità di medio-lungo termine”.

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