Valeria Costantini per il Corriere della Sera Roma
Anche qualche momento di tensione nei seggi, monitorati dalle sigle sindacali. Tra richieste di chiarimenti e di maggiore privacy per il voto. Lavoratori Alitalia in coda e una scelta drammatica da fare. Al via ieri il referendum sul pre-accordo stipulato tra azienda e sindacati. Cinque i seggi allestiti all’aeroporto di Fiumicino, dove il personale della compagnia dovrà votare per decidere se accettare o meno le condizioni concordate (esuberi e tagli salariali). Lunghe le file già dal mattino, aria tesa e grande preoccupazione. Davanti all’urna dell’area mensa c’è chi ricorda come proprio quella piazza fu teatro già nel 2008 delle proteste e dei sit-in della prima crisi del vettore.
«Il sì è per la speranza di salvezza» spiega chi – tra i pochi in realtà – anticipa il proprio parere positivo; la maggior parte dei dipendenti però sembra ormai orientato per il «no». «Basta sacrifici, questo è solo l’ennesimo ricatto», chiariscono alcuni piloti appena usciti dal varco equipaggi vicino il terminal 2. Anche qualche momento di tensione nei seggi, monitorati dalle sigle sindacali. Tra richieste di chiarimenti e di maggiore privacy per il voto: semplice la scheda su foglio bianco, con la domanda «Sei favorevole al verbale di confronto sottoscritto con il Governo e Alitalia in data 14 aprile 2017?». Gli oltre dodicimila lavoratori della compagnia potranno votare fino a lunedì in nove seggi tra Fiumicino e Magliana, come a Milano-Malpensa e Linate.