Regione: a tre settimane dalla vittoria, Rocca ancora non riesce a varare la giunta

Allo scontro tra partiti, che rischia di non far avere al governatore la maggioranza nonostante abbia stravinto alle regionali, si sta unendo quello dei consiglieri eletti

Il neo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, durante la conferenza stampa, in occasione dell'insediamento in giunta regionale, a Roma.

Rocca è sotto un fuoco incrociato. Allo scontro tra partiti, che rischia di non far avere al governatore la maggioranza nonostante abbia stravinto alle regionali, si sta unendo quello dei consiglieri eletti, scrive Clemente Pistilli sulla pagina romana di Repubblica.

Chi ha ottenuto un seggio alla Pisana non ci sta a fare la fine del peone e il pericolo che qualcuno dei neo onorevoli decida di rompere, a prescindere dalle scelte e dagli accordi stretti dalla forza politica di appartenenza, si sta facendo sempre più concreto. A tre settimane dalla vittoria del centrodestra, Francesco Rocca ancora non riesce a varare la giunta. Ha assicurato che lo farà entro giovedì o al massimo venerdì, ma i rapporti tra Fratelli d’Italia e le altre forze della coalizione sembrano essere quantomai tesi.

Il prossimo 13 marzo si terrà la prima seduta del consiglio regionale e la corsa contro il tempo è iniziata. Fdl, forte del 33,6% dei consensi ottenuti e di 22 consiglieri eletti, punta alla presi denza del consiglio regionale, a sei assessorati di prima fascia e alla vice presidenza della Regione, lasciando due assessorati minori alla Lega e due a Forza Italia. Uno schema che non viene accettato dal Carroccio, da FI e pure dall’Udc, sostenendo che davanti all’irrigidimento del partito di Giorgia Meloni sono pronti a non entrare nell’esecutivo, valutando l’appoggio esterno. Neppure l’ipotesi di creare quattro posti da sottosegretari è sufficiente a far tornare la pace nel centrodestra. “O si trova una soluzione o Rocca rischia di non avere la maggioranza. Gli mancherebbero due consiglieri”, assicurano autorevoli fonti della coalizione. Senza contare la battaglia attorno alle scelte strategiche in tema di sanità, delega che il presidente intende mantenere, e alle nomine dei manager.

Ma non è tutto, continua Repubblica. Un forte malessere inizia infatti a serpeggiare tra gli stessi consiglieri eletti. In particolare tra quelli della Lega e di Forza Italia. Tutte le ipotesi di accordo sinora sembrano essere state formulate senza tenere particolarmente in conto proprio i neo onorevoli, le loro aspirazioni, il contributo che hanno dato personalmente alla vittoria e le aspettative dei territori che rappresentano.

 

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