Regione Lazio: Zingaretti brinda, opposizioni divise

Il rieletto presidente porta a casa la conferma del fidato Daniele Leodori alla presidenza e assiste alla divisione delle opposizioni sulle scelte dei due vicepresidenti e dei tre segretari d'aula

Nicola Zingaretti, per il momento, puo’ esser soddisfatto. Al primo appuntamento nell’aula della Pisana con le opposizioni, all’ordine del giorno l’elezione dell’ufficio di presidenza dell’assemblea regionale, porta a casa la conferma del fidato Daniele Leodori alla presidenza e assiste alla divisione delle opposizioni sulle scelte dei due vicepresidenti e dei tre segretari d’aula (per la cronaca sono stati eletti vice Devid Porrello, M5S, e Adriano Palozzi, Fi, e segretari Michela Di Biase, Pd, Daniele Giannini, Lega, e Gianluca Quadrana, Lista Zingaretti).

Spaccature si sono infatti registrate in Forza Italia e nei grillini, il che fa ben sperare il presidente della Regione per il prosieguo della sua consiliatura. Il candidato ufficiale di Fi per la vicepresidenza era Pino Simeone, invece l’ha spuntata Palozzi, che ha battuto il rivale per 11 voti contro 9. Poiche’ sulla carta il centrodestra puo’ contare su 15 consiglieri, Palozzi ha avuto molto probabilmente il sostegno di Sergio Pirozzi e di 4 esponenti del centrosinistra. Guarda caso, Leodori per la sua elezione a presidente ha avuto 29 voti, quattro voti in piu’ del centrosinistra (il M5S ha votato scheda bianca). Uno scambio di favori? Sembra proprio di si’. Ma anche nei “cinquestelle” ci sono delle grane. Valentina Corrado ha accusato apertamente Roberta Lombardi, sua capogruppo, di non aver appoggiato adeguatamente la sua candidatura a segretario.

Quindi, opposizioni divise e Zingaretti puo’ guardare ai prossimi appuntamenti con piu’ fiducia. Per ora il “governatore” si accontenta di navigare a vista, senza forzare la mano. Bisogna formare le commissioni (12, delle quali 4 speciali) ed eleggere i loro presidenti. Sono necessari accordi fra tutti e gia’ si sta lavorando per trovare una soluzione. C’e’ poi lo scoglio del bilancio previsionale per il 2018. Fino a marzo aveva provveduto la precedente maggioranza. Ora, in attesa di un documento contabile che copra’ tutto l’anno, si procedera’ a coprire il trimestre aprile-giugno con un’intesa con le opposizioni. Ancora in piedi c’e’ poi la questione della giunta. Al LeU il presidente della Regione ha destinato l’Assessorato al Lavoro, ma le divisioni interne del suo alleato non gli hanno permesso di riempire questa casella. E le fibrillazioni sono sempre pericolose in un contesto come quello regionale dove le opposizioni sono maggioranza.

Ma Zingaretti, oltre alle questioni regionali che lo vedono come una “anatra zoppa”, lancia piu’ di uno sguardo a quanto avviene nel suo partito, il Pd. Non e’ un mistero che il governatore intenda candidarsi a guidare il “dopo Renzi” per tentare di ricompattare il variegato mondo della sinistra. E certo, un insuccesso nella guida della Regione potrebbe pregiudicare le sue aspirazioni alla segreteria nazionale del Pd.

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