Incomincia in salita il nuovo mandato di “governatore” della Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Il confermato presidente, infatti, si ritrova senza maggioranza nella nuova assemblea regionale. In base ai risultati conseguiti dalle liste potrà contare su 25 voti (compreso il suo) mentre le opposizioni hanno una base di 26 consiglieri. Zingaretti, quindi, avrà da subito il suo da fare per garantire un cammino,il meno possibile difficile, alla sua attività di governo.
Attualmente le opposizioni non sembrano malleabili e sara’ difficile attuare il proprio programma senza intese con almeno una parte di esse. Ma Zingaretti, che ha già dimostrato nella scorsa legislatura regionale una grande capacità manovriera, si darà sicuramente subito da fare anche per superare il primo grande scoglio che gli si presenterà già prima dell’estate: l’approvazione del bilancio per il 2018. Senza un si’ si va allo scioglimento dell’assemblea e la nomina di un commissario in attesa di un nuovo ricorso alle urne. Ma forse proprio questa eventualità sarà il più grande alleato del “governatore”. Tornare a casa e correre il rischio di non essere rieletti per più di un consigliere regionale e’ una iattura da evitare, per cui si cercherà di garantire il prosieguo della legislatura con qualche malattia strategica o astensione al momento del voto decisivo sul bilancio.
Certo è che Zingaretti è ben conscio che la sua vittoria, oltre che personale, e’ dovuta a due fattori: la divisione del centrodestra e l’alleanza con LeU, che in campo nazionale ha viaggiato da sola ma che nel Lazio ha scelto di appoggiare l’esponente del Pd. In particolare, pero’, e’ stato il mancato accordo del c.destra su un solo nome per la candidatura a presidente (Stefano Parisi o Sergio Pirozzi) a spianargli la strada verso la riconferma. Se, infatti, si sommano i voti conseguiti da Parisi e Pirozzi il totale da’ 36,4 per cento, ovvero oltre tre punti sopra la percentuale raggiunta da Zingaretti (33,3%).
Un’ultima annotazione. La quota di 24 consiglieri (25 con il presidente) e’ stata raggiunta dal centrosinistra allargato al LeU anche grazie alla legge elettorale regionale che assegna 10 consiglieri, da suddividere nelle 5 province laziali, al presidente eletto. Tempi difficili quindi per Zingaretti, alla ricerca di difficili equilibri all’interno di un’assemblea non proprio amica.