La Regione si muove con le misure di sostegno economico per imprese e settore cultura per far fronte alla crisi legata al coronavirus.
Da una parte la liquidità alle aziende messa in campo dal piano «Pronto cassa»: sono circa 42 mila le richieste inoltrate alla Regione attraverso la piattaforma Fare Lazio per ottenere il prestito di 10 mila euro (tasso zero, da restituire in cinque anni, prima rata dopo 12 mesi) cifra più bassa ma procedura più snella e veloce rispetto al finanziamento del governo.
«Per questo tante domande», spiegano i tecnici della Regione al ‘’Corriere della Sera’’. Le prime 5 mila saranno evase entro la prossima settimana, dopodiché si lavora con Cassa depositi e prestiti per erogare tutti i fidi entro maggio. «Nessun imprenditore o libero professionista del Lazio sarà lasciato solo di fronte alla tragedia coronavirus, ci rialzeremo dalla crisi tutti insieme», le parole del governatore Nicola Zingaretti.
Al momento è in corso l’esame delle richieste che vengono accolte se le aziende rispettano tre requisiti: hanno in ordine il Dure (Documento unico di regolarità contributiva), non hanno protesti e possono presentare il certificato antimafia, necessario a meno che non intervenga un decreto specifico a rimuovere il paletto.
Dall’analisi emerge uno spaccato della crisi: tre domande su quattro (72%) arrivano da Roma, la maggior parte (21%) da “attività professionali, scientifiche, tecniche, legali e contabili”, ma anche da commercio (20,6%) e da hotel e ristoranti (11%). A richiedere il prestito sono soprattutto donne (10 mila in più degli uomini), le imprese individuali (34,43%) oppure i liberi professionisti (23%).
Si tratta di una manovra che immette «oltre 350 milioni nel sistema della imprese del Lazio: arriviamo prima dell’onda nera del virus per evitare che si passi dal lockdown al blackout», dice il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, che con il capo gabinetto Albino Ruberti ha lavorato anche sulle misure di sostegno alla cultura.
Settore verso cui la Regione ha previsto per la prossima settimana, in prospettiva di una riapertura il 18 maggio, uno stanziamento di oltre 8 milioni per la ristrutturazione degli spazi culturali (5,2 milioni: progetti uno a 300 mila euro ciascuno) e per il funzionamento di musei, biblioteche, archivi, istituti culturali ed ecomusei (circa 3 milioni di cui 700 mila legati al Piano annuale degli interventi in materia di servizi culturali e di valorizzazione culturale).
Previsto anche uno stanziamento straordinario di un milione per aiutare i teatri a pagare i canoni di locazione per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno. A metà maggio, poi, sarà il turno dei cinema per i quali si studia il modello drive-in: previsti contributi per i canoni di locazione delle sale, mentre è confermato il sostegno alle produzioni cinematografiche con uno stanziamento annuale di 9 milioni e alle coproduzioni internazionali con fondi europei per 10 milioni.
Risorse anche per librerie indipendenti (bando da 500 mila euro) destinate a iniziative di promozione della lettura, anche a distanza, all’adeguamento di spazi e attività alle esigenze legate al distanziamento sociale.
Una sola nota da parte nostra: non vediamo citate né le Gallerie d’arte, né tanto meno gli artisti (pittori, scultori…) che pur di medie dimensioni tengono alto e proseguono un lavoro di semina culturale (n.d.r.)