Pur non avendo la maggioranza in seno al Consiglio regionale, Nicola Zingaretti puo’ andare avanti nella guida della Regione Lazio perche’ le opposizioni sono divise e perche’ la voglia di andare a casa ed affrontare nuove elezioni non piace a quasi tutti i 50 componenti l’assemblea della Pisana. La mozione di sfiducia presentata dai 3consiglieri di FdI, infatti, non e’ stata sottoscritta da nessun altro e quindi la fatidica soglia dei 10 sostenitori necessari per portare in aula e discutere il documento non e’ stata nemmeno sfiorata.
A buona ragione il “governatore” ha quindi potuto sottolineare “l’affermarsi in questa Aula della volonta’ maggioritaria di provare ad andare avanti”. Certo, per continuare nel suo cammino c’e’ la necessita’ per Zingaretti di trovare sponde o presso il centrodestra o presso il M5S. E per trovare queste sponde bisognera’ concordare con almeno una delle forze di opposizione il contenuto di ogni singolo provvedimento che dovra’ affrontare il voto del Consiglio. Ci saranno allora maggioranze variabili a sostegno delle iniziative legislative della giunta. Si annuncia una navigazione a vista per evitare gli scogli pericolosi dei voti contrari, soprattutto sulla legge di bilancio che dovra’ superare l’esame dell’assemblea della Pisana prima dell’estate, pena decadimento del Consiglio e ricorso a nuove elezioni.
Ma, vista l’aria che tira – e come avevamo sottolineato gia’ due settimane fa – Zingaretti puo’ per il momento stare tranquillo perche’ non esiste una strategia comune delle opposizioni per abbatterlo. Un occhio di riguardo il “governatore” lo ha verso il M5S, che sin dall’inizio della consigliatura, con Roberta Lombardi, ha sottolineato che la battaglia che i grillini condurranno in Consiglio si basera’ piu’ sul confronto sui programmi che sulle richieste di sfiducia.
Zingaretti non corre quindi rischi. Puo’ allora seguire con particolare attenzione, oltre le questioni regionali, gli avvenimenti interni del Partito Democratico. La corsa alla segreteria nazionale dopo le dimissioni di Matteo Renzi lo vede molto interessato e sono in tanti a chiedergli di concorrere per dare nuova linfa al partito e per tentare di riunire le varie forze della sinistra italiana. Zingaretti e’ piu’ convinto che mai di essere l’uomo giusto per questa missione. E’ molto probabile, quindi, che quando la corsa si aprira’, lui sara’ in pista. E allora il peso della guida della regione potrebbe diventare troppo oneroso e potrebbe rinunciare alla presidenza. “E dove non riuscirono (perche’ non lo volevano) le opposizioni, riusci’ il Pd”.