Aumentare la raccolta differenziata a Roma dal 47 al 57 per cento entro il 2026, e arrivare al 65 per cento entro il 2030. È questo l’obiettivo del Campidoglio secondo quanto l’assessora ai Rifiuti di Roma, Sabrina Alfonsi, ha raccontato in un’intervista a Radio Roma Capitale.
“La differenziata produce degli scarti che in una discarica ammonterebbero a un milione di tonnellate ogni quattro anni – ha spiegato l’assessora – quindi nel nostro mandato di cinque anni dovremmo riuscire a trovare due discariche. Una follia. Noi valutiamo invece – ha proseguito – di trovare una piccola discarica. Le ceneri che escono possono essere utilizzate come materiali di edilizia. Le discariche inquinano, vanno bonificate – ha concluso Alfonsi – come è da esempio quella di Malagrotta. Gli inceneritori invece producono energia e calore”.
L’obiettivo, inoltre, è che Roma chiuda il ciclo dei rifiuti all’interno dei confini della città. “Sicuramente chiuderemo il ciclo dei rifiuti all’interno della città, lo abbiamo detto in campagna elettorale, non vogliamo scaricare su altri – ha spiegato Alfonsi -. Il termovalorizzatore è bene che si faccia. Abbiamo valutato tutte le scelte e questa può portare Roma fuori dalla problematica dei rifiuti, la minoranza di cittadini che ancora non sa tutto questo si ricrederà nell’evidenza”.
Rispetto alle polemiche dopo l’annuncio della realizzazione di un termovalorizzatore in città, l’assessora ha citato i dati di un sondaggio di Izi secondo cui l’84 per cento dei romani sarebbe favorevole alla sua realizzazione. “L’84 per cento dei romani dice bene al termovalorizzatore – ha detto l’assessora ai Rifiuti di Roma -. Ai cittadini che non sono d’accordo – ha proseguito Alfonsi – voglio dire che i nuovi termovalorizzatori sono assolutamente sicuri, a Copenaghen li fanno in centro città proprio per dimostrare questo. È necessario che le persone riprendano fiducia dopo Malagrotta, dobbiamo creare luoghi di economia circolare”.
Alfonsi ha poi ribadito che il termovalorizzatore sarà pubblico e realizzato pertanto su un terreno di proprietà pubblica. “Vogliamo fare un impianto pubblico e il terreno sarà o acquistato o già pubblico – ha spiegato -. Stiamo analizzando varie zone dove sia possibile farlo. A brevissimo sapremo tutto”.