Rifiuti: comitati Roma est sul piede di guerra “chiudere impianto Rocca Cencia”

La precedente amministrazione capitolina, guidata da Virginia Raggi del M5s, aveva promesso la chiusura dell'impianto

I camion al Tmb Rocca Cencia

Comitati e associazioni dell’area est di Roma sono sul piede di guerra e anche oggi si sono riuniti per ribadire il loro no al progetto di revamping, ovvero di ammodernamento, del Tmb di Rocca Cencia. Raggruppati nella rete Cau, Comitati e associazioni uniti, i residenti della zona il 13 dicembre scorso hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio. Il 12 ottobre 2021, infatti, si è conclusa la Conferenza dei servizi regionale che ha espresso parere favorevole sia sul rinnovo dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, sia sul revamping dell’impianto di Rocca Cencia.

La precedente amministrazione capitolina, guidata da Virginia Raggi del M5s, aveva promesso la chiusura dell’impianto, che ora si trova parzialmente sotto sequestro e quindi in amministrazione giudiziaria perché sono stati ipotizzati dalla procura, nel luglio del 2020, reati ambientali.

La chiusura dell’impianto è stata richiesta più volte da associazioni e comitati della zona, che annoverano tra le ragioni: la presenza di numerose e vaste aree agricole nei dintorni; la vicinanza con il Parco Archeologico di Gabii; l’alta mortalità per tumori registrata nel territorio del Municipio VI; l’ubicazione dell’impianto in zona di protezione e di ricarica della falda idrica sotterranea destinata al consumo umano; l’insostenibilità del flusso di traffico dovuto ai mezzi che trasbordano i rifiuti da e verso l’impianto. “Si tratta di una lotta per la vita e per generare un futuro diverso del territorio”, ha raccontato Federica, una delle attiviste della rete Cau, Comitati e associazioni uniti, che oggi ha indetto una conferenza per illustrare il ricorso. “Abbiamo impugnato la delibera regionale – ha spiegato l’avvocato Simone Arseni – la quale ha approvato, nell’ambito di una conferenza dei servizi, un progetto definito come necessario per mantenere in attività l’impianto”.

“Abbiamo chiesto in sede di udienza cautelare che venisse sospeso il provvedimento, ci hanno risposto che il provvedimento tende a ridurre l’impatto ambientale e sulla salute, e noi abbiamo deciso di rinviare la decisione e una nuova udienza sarà fissata prima dell’estate. A quel punto – ha aggiunto l’avvocato – si deciderà proprio in merito alla legittimità dell’attività. In caso di accoglimento si avrebbe una sospensione sul procedimento di revamping. Ci si continua a dire che l’impianto è strategico ma noi rispondiamo che la gestione dei rifiuti sul territorio regionale è un problema politico che va amministrato con un piano che consenta a ciascun impianto di operare nei limiti delle disposizioni vigenti”.

Il 20 gennaio il Municipio Roma VI, guidato da Nicola Franco di Fratelli d’Italia, terrà un consiglio straordinario nei pressi dell’impianto alla parrocchia Santa Maria dell’Oriente, in zona Colle del Sole, a cui sono stati invitati anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

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