Rifiuti, Ecomafie: indagine sul termovalorizzatore di Santa Palomba

Lo ha annunciato il parlamentare Jacopo Morrone, presidente della Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, alla conferenza stampa di presentazione della relazione finale dell'inchiesta sui 'Rifiuti di Roma Capitale e Malagrotta'.

La Commissione parlamentare Ecomafie apre un’inchiesta sui termovalorizzatori, con un Focus sull’inceneritore di Roma che sarà realizzato a Santa Palomba. È quanto ha annunciato il parlamentare Jacopo Morrone, presidente della Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, alla conferenza stampa di presentazione della relazione finale dell’inchiesta sui ‘Rifiuti di Roma Capitale e Malagrotta’.

“È un’inchiesta che riguarda innanzitutto i termovalorizzatori in generale su piano nazionale. Nello specifico, non lo nascondo, sono emerse notizie di stampa che ci dicono che ci sono vari problemi per quanto riguarda il focus su Santa Palomba. La commissione di inchiesta fa chiarezza, collabora con la procura, collabora con le istituzioni, quindi riteniamo di non dover chiudere, Approfondiremo per fare chiarezza, per il diritto di informazione dei cittadini, ha precisato Morrone.

La vicenda del termovalorizzatore di Santa Palomba “era già stata trattata dalla commissione Ecomafie. In particolare sulla localizzazione dell’impianto, il cambio di destinazione d’uso di una porzione di terreno in località Santa Palomba e sui criteri di identificazione e costo del terreno acquistato da Ama. Purtroppo un doveroso approfondimento non è stato possibile in tempi congrui in quanto i vertici di Ama hanno falsamente dichiarato di non essere in possesso della documentazione necessaria”, ha detto il parlamentare Jacopo Morrone. Poi “la procura di Roma ha dichiarato che la documentazione era in possesso di Ama – ha spiegato Morrone. Si ritiene che quanto accaduto sia una palese manifestazione di una scarsissima collaborazione mostrata dai vertici di Ama. Un segnale da tenere in considerazione per il prosieguo dell’attività di inchiesta”. “Purtroppo è un dato di fatto: Ama aveva dichiarato di non avere copia della documentazione perché era stata consegnata in Procura ma la Procura ci ha comunicato che deteneva solo una copia. Poi il sindaco di Roma, anche se in zona Cesarini, si è premurato di farci avere questa documentazione ma rimane l’evidenza di una non adeguata collaborazione con i poteri istituzionali in questo caso di una municipalizzata che deve rispondere, come tutti, a una commissione parlamentare di indagine”, ha precisato il senatore di FdI, tra i relatori dell’inchiesta, Andrea De Priamo.

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