“Veleni e puzze per 40 anni, ora basta” e “Vivere in un ambiente salubre è un nostro diritto”: con questi e altri slogan, trascritti su cartelli e striscioni, indossando tute bianche e maschere antigas, alcune decine di manifestanti hanno protestato questa mattina in piazza Santi Apostoli a Roma per chiedere la chiusura della discarica di Albano Laziale, in provincia di Roma. “Tra discariche, inceneritori, biomasse e biometano, la politica tradizionale dei rifiuti grava sulle popolazioni riducendone la speranza di vita e calpestandone le residue prerogative decisionali”, spiegano dai comitati No Inc e Presidio permanente no discarica, che hanno organizzato la protesta, davanti la sede di Città metropolitana a Roma.
Il sito, infatti, è stato riaperto nel luglio del 2020 con una ordinanza emessa dall’ex sindaca della Città metropolitana, Virginia Raggi, e ora accoglierà i rifiuti della Capitale e dei Comuni limitrofi fino al 15 luglio prossimo, poichè il sindaco in carica, Roberto Gualtieri, ha prorogato il provvedimento di sei mesi, per far fronte alla carenza di impianti di smaltimento all’interno del territorio regionale. “Ogni giorno si riversano nel settimo invaso della discarica di Albano Laziale 900 tonnellate di rifiuti romani maleodoranti e i miasmi ormai assediano mattina e sera i villaggi e i borghi circostanti”, sottolineano i residenti.
Al presidio hanno preso parte anche alcuni esponenti delle istituzioni, tra questi i rappresentanti di Sinistra civica ecologista: il capogruppo capitolino, Alessandro Luparelli, il presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri. In un post su Facebook Luparelli spiega: “Siamo al presidio per la chiusura della discarica di Albano. C’è bisogno di accelerare la realizzazione del piano rifiuti e progettare un sistema di smaltimento che riesca a garantire un servizio efficace e l’autonomia della gestione dei rifiuti della città di Roma e favorire l’economia circolare. È il momento di dare un segnale di discontinuità e certezza sui tempi di realizzazione. La discarica di Albano va chiusa e bonificata il prima possibile”.
A termine della manifestazione il vicesindaco di Città metropolitana, Pierluigi Sanna, ha ricevuto una delegazione di manifestanti. Interpellato da “Agenzia Nova” Sanna ha spiegato; “È stato un incontro duro ma costruttivo. Faremo un tavolo al più presto sul monitoraggio delle falde e sul controllo dei mezzi pesanti. Comprendiamo perfettamente le ragioni dei comitati che ci erano state già rappresentate dai sindaci del territorio dei Castelli”. Tuttavia i comitati, in una nota, parlano di risposte insoddisfacenti: “Le risposte sono state del tutto insoddisfacenti o inesistenti, limitate a rivendicare iniziative sulla bonifica e la caratterizzazione idrogeologica del sito che dovevano essere avviate 20 anni fa o sul tavolo di concertazione con Acea e Idrica per la rete potabile ai villaggi. Risposte imbarazzanti anche in merito ai mancati controlli sugli impianti”.