Una citta’ che soffre la continua emergenza rifiuti e di certo l’incendio all’impianto di Malagrotta non ha aiutato anche se “e’ stato evitato il peggio”. La soluzione quindi, per il comune di Roma, rimane quella dei nuovi impianti. Questa la fotografia data dal sindaco Roberto Gualtieri, intervenuto ieri in aula Giulio Cesare per riferire sull’incendio al Tmb2, divampato nell’ex maxi discarica il 15 giugno scorso.
“Non c’e’ dubbio che diverse aree della citta’ abbiano sofferto in modo particolare: ancora adesso diverse strade sono sporche”, ha detto Gualtieri sottolineando che l’amministrazione e’ consapevole “che la citta’ vive una difficolta’ sul piano della raccolta dei rifiuti e conseguentemente del decoro urbano, ma e’ opportuno inquadrarla nel contesto in cui ci siamo trovati dopo l’incendio a Malagrotta”.
Dopo l’incendio al Tmb2 che smaltiva circa 5 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati a settimana, incendio che ha causato il parziale blocco anche del Tmb1, a Roma c’erano circa “8.100 tonnellate a settimana di rifiuti” che rischiavano di rimanere “in strada e con queste temperature e’ immaginabile che catastrofe sarebbe stata. Abbiamo trovato nuovi sbocchi ed evitato il peggio”, ha affermato.
Sulla stessa linea del sindaco, l’intervento dell’assessora ai rifiuti Sabrina Alfonsi, “L’incendio a Malagrotta ha comportato un colpo durissimo per Roma il blocco dei due impianti (il Tmb2 e Tmb1, ndr) per una settimana ha comportato che ci fossero 8.100 tonnellate di rifiuti a terra: i due impianti trattano complessivamente il 50 per cento della produzione giornaliera della Capitale”. Successivamente il Tmb1 e’ stato riattivato dopo una settimana, ma “la perdita definitiva del Tmb2, che riceveva settimanalmente oltre 5 mila tonnellate di rifiuti ha avuto ricadute molto pesanti, non soltanto sugli sbocchi ma anche sulla logistica dell’azienda stessa Ama”, ha spiegato Alfonsi. Per Gualtieri, l’incendio ha evidenziato ulteriormente “la fragilita’ del sistema attuale di impiantistica” e quindi la necessita’ di dotare Roma “di moderni impianti per il trattamento dei rifiuti, per l’economia circolare, per il riuso e il recupero energetico con i biodigestori, con i centri per il trattamento carta plastica, con il termovalorizzatore”.
Gualtieri ha ricordato che per sopperire ai problemi della raccolta dovuti all’incendio “Rida Aprilia si e’ impegnata a trattare fino a 3.800 tonnellate” e che “per quanto riguarda gli sbocchi extraregionali, i rifiuti sono stati portati in gran parte in discarica e in termovalorizzatori”. Per evitare la perenne emergenza il sindaco ha rinnovato l’impegno “di concludere” tutta la realizzazione degli impianti: “c’e’ il termovalorizzatore che e’ fondamentale e anche gli altri”, ha detto. “Noi cercheremo con tutto il nostro impegno di avere il termovalorizzatore operativo gia’ entro il 2025” e l’auspicio del sindaco e’ “che sia un impianto a controllo pubblico”.
“Visto che sono dotato di poteri commissariali sto redigendo e presentero’ nella veste di commissario di governo il piano. Appena il piano sara’ concluso e contiamo di concluderlo entro luglio – ha ricordato – partira’ una fase di discussione pubblica. Tra le procedure di legge c’e’ anche quella che non si realizza un termovalorizzatore con affidamento diretto. Il nostro auspicio come abbiamo sempre detto e’ che sia un impianto a controllo pubblico ma discuteremo anche questi passaggi amministrativi e procedurali”, ha aggiunto.
L’ opposizione pero’ non ci sta alle ‘promesse’ e attacca: “Vogliamo sapere quando i rifiuti verranno rimossi dalle strade e, rispetto alla chiusura del ciclo dei rifiuti, vogliamo sapere se Gualtieri sta vagliando anche tecnologie meno inquinanti e di minori dimensioni come alternativa al termovalorizzatore da 600.000 tonnellate annunciato e sul quale ancora non abbiamo ricevuto uno straccio di studio propedeutico”, ha detto oggi il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo, intervenendo in Assemblea capitolina dopo le relazioni del sindaco.