Una settimana di autonomia. Poi, se non si troveranno nuovi sbocchi a sufficienza fuori dal Lazio, Roma rischia di ripiombare nell’incubo di una nuova crisi dei rifiuti. È questo, scriva ‘’La Repubblica’’, il primo effetto del sequestro della discarica di Albano sul ciclo dell’immondizia capitolina. Non l’unico: i nuovi flussi in uscita dalla Regione, complice il rincaro dei carburanti, alia lunga possono finire per incidere sulla Tari.
Se il proposito della giunta Gualtieri è quello di tagliare progressivamente la tariffa sulla spazzatura, tra le più alte in Italia, gli ultimi eventi minacciano di stravolgere ogni piano. Un passo indietro. Senza la discarica di Albano non ci sono problemi diretti per Ama. Se ne creano invece per la E.Giovi, titolare dei due impianti di trattamento meccanico biologico di Malagrotta in grado di trattare fino a 1.250 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati sulle circa 1.700 prodotte a Roma. L’azienda porta (o meglio, portava) tra il 70 e 1’80% dei suoi scarti negli invasi finito sotto sequestro.
Ora è a caccia di alternative. Nuovi sbocchi, perché altrimenti i due Tmb dovranno lavorare a scartamento ridotto. Fino a questo momento Ama ha trovato spazi negli impianti di trattamento della Rida di Aprilia, della Ecosystem di Pomezia, della Refecta di Latina, della Deco in Abruzzo e a Mantova.
Già domani si cercheranno accordi con la bolognese Hera e la torinese Iren per colmare il gap rimanente. Sperando che questo basti a evitare un’altra emergenza rifiuti. Per ora le fosse (le aree in cui vengono parcheggiati i rifiuti in attesa di trattamento) di Malagrotta e del Tmb di Rocca Cencía di proprietà di Ama reggono ancora.
I prossimi giorni diranno quanto a lungo Roma potrà reggere l’impatto dell’ennesimo imprevisto. Un nuovo ostacolo che i vertici della controllata del Campidoglio sperano di poter scavalcare «senza contraccolpi». Si vedrà. Quel che è certo è che alla capitale continuano a mancare impianti di smaltimento.
Tra gli addetti ai lavori si dice che la discarica di Magliano Romano, quella che dovrebbe servire l’area della Città Metropolitana di Roma, riceverà il via libera dalla Regione già entro l’estate. Nel frattempo si riaprirà la discussione sui siti per realizzare quella entro i confini del Comune. La location che toma a rimbalzare con più insistenza è quella a un paio di chilometri di distanza dal santuario del Divino Amore.
L’ex sindaca Virginia Raggi si oppose alla realizzazione di una discarica di servizio lungo l’Ardeatina, ma l’area resta una delle poche praticabili per la realizzazione di un impianto del genere. Tornando agli effetti del sequestro degli invasi di Albano, gestiti dalla EcoAmbiente del gruppo Cerroni, tra gli atti prodotti nelle ultime convulsissime ore di trattative sull’immondizia spicca la lettera firmata da Fabio Altissimi. Il titolare della Rida Ambiente di Aprilia scrive ad Ama e alla Regione conferma la propria disponibilità ad accogliere e trattare i rifiuti extra in arrivo da Roma (88 camion al posto dei consueti 55) per poi paventare tutte le possibili conseguenze dovute alla cronica assenza di impianti nella capitale e nel Lazio.