Nelle ore successive all’incendio del Tmb di via Salaria sono aumentate in modo significativo le presenze nell’aria di sostanze inquinanti come gli Ipa (gli idrocarburi policiclici aromatici) e le diossine, mentre sono scesi i valori del Pcb, le sostanze derivate dalla combustione degli oli. E’ quanto si apprende da fonti dell’Arpa Lazio. Il rilevatore che fornisce questi dati era stato posizionato a circa 50 metri dall’impianto in fiamme. Il giorno dell’incendio, dalle 12 alle 18, gli Ipa erano 2,8 microgrammi per metro cubo, a fronte di una media annuale di riferimento di 1.
Dalle 18 alle 24 però il valore del benzoapirene era salito a 29,3; dalle 24 alle 6 del giorno dopo a 36,5 per scendere leggermente a 35,1 tra le 6 e le 12, sempre del giorno dopo. Passando al Pcb, dalle 12 alle 18 del giorno dell’incendio il valore era di 1019 picogrammi per metro cubo (alla Eco X di Pomezia era a 390), ma dalle 18 alle 24 il valore era sceso a 250, per poi risalire a 524 nel corso della notte e poi scendere di nuovo a 434 dalle 6 alle 12 del giorno successivo.
Infine le diossine: il primo dato rilevato (ore 12-18 del giorno dell’incendio) era di 0,7 picogrammi al metro cubo, a fronte di un limite di 0,1 fissato dall’Oms per le aree urbane. In nottata, dalle 18 alle 24, il valore era salito a 4,5 (per riferimento: a Pomezia fu registrato un valore di 77). Non sono ancora disponibili i dati delle diossine delle ore successive alla mezzanotte: arriveranno probabilmente domani.