Una piazza del Popolo gremita quella che ha ospitato l’evento di chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco di Roma di Azione, Carlo Calenda. Tra slogan e bandiere blu “Calenda sindaco” e di Azione, qualche migliaia di persone – 5 mila secondo gli organizzatori – hanno animato la piazza. La scelta è stata quella di allestire il palco sotto il Pincio, con una piazza transennata e occupata a metà, all’altezza dell’Obelisco. “Scegli un sindaco non un partito” la scritta che campeggia sul maxi schermo del palco. Calenda arrivato in piazza del Popolo è stato accolto dagli applausi e da un vero bagno di folla. Temerario per aver scelto piazza del Popolo? “E già oltre la metà che ci aveva dato la Prefettura”, ha detto Calenda. Prima del comizio finale, ad accompagnare l’attesa diversi brani musicali: da The Wall di Pink Floyd ad Hurricane di Bob Dylan. “Noi riempiamo piazza del Popolo: questa non è una piazza solo per Salvini e Meloni e vinciamo noi perché il lavoro duro paga sempre – ha detto Calenda dal palco -. Sono famoso per essere cattivo ma adesso mi commuovo vedendo questa piazza. Quando dovevamo decidere dove chiudere, io ho detto: amici miei noi riempiremo piazza del Popolo.
“Questa piazza non è solo di Salvini e Meloni – ha ribadito Calenda – ma è una piazza per le persone serie, per i riformisti che ora se ne riappropriamo. Noi vinciamo. Io sono su questo palco perché mi ci avete messo voi”, ha aggiunto Calenda che rivolgendosi al candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti, ha tuonato: “pensavi di governare Roma senza programma perché avevi la Meloni. Ma non ci arriverai a governare la Capitale perché è una città molto più seria di te”. Calenda durante il suo comizio non risparmia dagli attacchi l’altro candidato sindaco del centrosinistra: “Gualtieri parla di ‘Roma in 15 minuti’. Ma de che? Ma spiega cosa vuoi fare. Che sono questi slogan? Basta. È finito il tempo in cui i politici pensavano di poter prendere i voti sulla base dell’appartenenza”. Poi tema rifiuti. “non si può parlare di rifiuti senza dire che Ama non funziona e va messa dentro Acea. Non puoi parlare di rifiuti se non dici che mancano oltre 13mila cestini a Roma. Il degrado chiama degrado – ha sottolineato Calenda -. Non si può parlare di rifiuti senza dire che ci vuole un ‘cacchio’ di termovalorizzatore, come succede in tutto il mondo”.
Secondo Calenda al “ballottaggio vinco con tutti. Rischiano gli altri. Noi vinciamo perché il lavoro duro paga sempre. I cittadini lo capiscono quando ci metti il cuore e l’onestà non la pancia”, ha continuato Calenda, precisando che “sorprendentemente, al ballottaggio andremo io e Gualtieri. Michetti non ci arriverà, ha fatto una campagna elettorale inesistente, un programma copiato”. Calenda infine ha tuonato: “se io perdo mi alzo e ricomincio da capo finché non vinco. Se vinciamo qua non cambiamo solo Roma, ma cambiamo l’Italia. Per me è stato bellissimo. Non c’è un posto dove vorrei essere che non sia questo”, ha concluso. A chiudere il comizio a piazza del Popolo, di Calenda, un video con le immagini della Capitale e di alcuni film storici proiettati sul maxi schermo: “Da Mamma Roma” a “Vacanze Romane”, passando per “To Rome with Love”, “Notte prima degli esami”, “Caterina va in città”, “Jeeg robot” e il premio Oscar “La grande Bellezza”. Al termine del video, concluso con il saluto di Anna Magnani, sale sul palco la moglie di Calenda: Violante Guidotti Bentivoglio. “Non sarei quello che sono se non avessi al mio fianco da 30 anni Violante”, ha detto Calenda prima di baciarla e di chiamare sul palco tutti i candidati.