È ufficialmente iniziato il conto alla rovescia per il voto del 3 e del 4 ottobre. I candidati a sindaco di Roma provano a convincere gli indecisi portando nelle periferie della Capitale i vertici dei partiti. È a ridosso del Grande raccordo anulare, infatti, che c’è il numero più alto di popolazione ma anche il più alto livello di insoddisfazione per i servizi pubblici. In una città che negli ultimi trenta anni, al pari delle altre Capitali europee, si è sviluppata ed estesa oltre misura, in diversi quartieri periferici in questi anni si sono sviluppate forme di associazionismo e collaborazione tra cittadini per sopperire alle mancanze del servizio pubblico. È a questa larga fetta di popolazione che la politica oggi cerca di parlare. Così alcune zone sono diventate un vero e proprio set di riferimento per la campagna elettorale agli sgoccioli.
Ieri la sindaca uscente del M5s, Virginia Raggi, ha portato a Villa Lazzaroni, Municipio VII, oltre 300 mila abitanti, il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ma anche un gran numero di parlamentari e consiglieri sia regionali che comunali. Raggi ha spinto sui temi chiave del M5s, dalla difesa del reddito di cittadinanza alle mancanze delle amministrazioni del passato, fino all’indipendenza del M5s dai partiti. “Ci attaccano dicendo che tante cose erano facili da fare – ha detto Raggi -. Ci dicano perché non le hanno fatte loro quando governavano. Per questo è arrivato il M5s”. E ancora: “Quando vedo candidati che spendono 300 mila euro per la campagna elettorale mi chiedo a chi dopo dovranno rispondere”.
Sul fronte opposto i due candidati dati per favoriti dai sondaggi nell’arrivo al ballottaggio, Roberto Gualtieri per il centrosinistra ed Enrico Michetti per il centrodestra, hanno invece annunciato la scelta di due periferie per i prossimi eventi elettorali. Gualtieri domani sarà con Sinistra Civica Ecologista, una delle liste a suo sostegno, nel Municipio VII, insieme all’eurodeputato Massimiliano Smeriglio. Michetti andrà invece con Matteo Salvini a Tor Bella Monaca, Municipio VI, oltre 250 mila abitanti, per la chiusura della campagna della Lega.
Ma anche in tv, in radio e sui giornali, i temi di discussione preferiti dai candidati a sindaco sono quelli che stanno a cuore a chi vive in periferia. La gestione del ciclo dei rifiuti su tutti. Complice l’intervento di Guido Bertolaso, prima corteggiato dal centrodestra come candidato a sindaco, poi da Carlo Calenda di Azione come possibile esperto in materia di rifiuti, in queste ore si è riaperto l’annoso dibattito su una eventuale riattivazione della discarica di Malagrotta.
“Sono assolutamente d’accordo con la riapertura della discarica di Malagrotta. Non capisco perché ogni volta che si parla di Cerroni sembra sia una bestemmia: fino a quando c’era Cerroni Roma era pulita”, ha detto Bertolaso ieri a un convegno. Dura la reazione di Gualtieri: “A differenza di quanto sostiene Guido Bertolaso, colui che Carlo Calenda vorrebbe come vicesindaco di Roma, sono fermamente contrario alla riapertura della discarica di Malagrotta, chiusa otto anni fa grazie alle scelte del sindaco Marino e del Pd”.
Sul tema “non ho preclusioni ideologiche – ha invece replicato Michetti -. L’importante è che ci sia massimo rispetto dei tetti di compatibilità con la salute umana, massimo impatto con l’innovazione tecnologica. Inoltre, deve esserci il rispetto delle aree e una conformità a quelli che sono i precetti normativi che governano l’urbanistica, l’edilizia e l’ambiente locale”. Non si è espresso nel merito invece Calenda, che sul tema periferie è invece intervenuto con un post su Facebook spiegando: “Non esistono le periferie. Quarticciolo per esempio ha una forte identità, i residenti lo considerano un paesino, con le sue botteghe. Anche qui abbiamo iniziato ascoltando i cittadini, senza passerelle. Perché ogni quartiere ha una sua storia e nessuna è uguale all’altra”.E non ne ha parlato neanche Raggi la cui contrarietà alla realizzazione di una discarica a Roma è però nota. Da una quindicina di giorni la sindaca uscente sui social chiede a Gualtieri “ci dica dove vuole fare la discarica voluta da Zingaretti”. Il candidato del centrosinistra ha replicato: “Lo deciderà la Regione Lazio” tramite l’annunciato ma non ancora realizzato commissariamento del Campidoglio “a causa dell’inerzia della sua amministrazione.”
Difficile credere che con il voto alle porte e quindi con un imminente possibile cambio ai vertici di Palazzo Senatorio la Regione Lazio nomini il commissario a giorni. Ma di giorni ne mancano ancora una decina e tutto, e il contrario di tutto, può ancora accadere.