“L’aggressione verbale, spinta all’invettiva, messa in atto contro l’ex ministro Carlo Calenda, non mi sorprende ma mi indigna. Non avevo mai visto, neppure da Sottosegretario ai Beni Culturali dell’ultimo governo Berlusconi, il dirigente del Museo piu’ prestigioso di Roma, sede della Galleria nazionale d’Arte Antica, esprimersi in modo cosi’ intemperante e becero. Se fossi il ministro Franceschini avrei adottato un procedimento disciplinare contro questa signora che non merita di essere neppure menzionata per il linguaggio sguaiato che ha utilizzato nel commentare la proposta di un candidato a sindaco di Roma, che sta svolgendo, in modo assolutamente legittimo e democratico, la sua sfida e meriterebbe, solo per questo rispetto”. Lo dichiara in una nota il senatore di FI Francesco Giro.
“Cosa avrebbe pensato e fatto il Ministro se una direttrice avesse liquidato come ‘farlocca’ la sua riforma dei musei italiani? L’avrebbe lasciata al suo posto? Convengo che Calenda non e’ il ministro Franceschini ma oggi la sua proposta e’ criticabile quanto lo era ieri quella di Franceschini. O no? Ma il linguaggio becero e’ intollerabile e sto pensando di presentare un’interrogazione parlamentare pro Calenda contro queste aggressioni da parte di funzionari pubblici che dovrebbero attenersi ad un codice deontologico e non aprire bocca come se fossero al bar. Quanto alla proposta lanciata da Calenda di un maxi Museo a Roma non convince neppure me, ma ha due grandi meriti, quello di rilanciare la centralita’ del sistema museale in una Capitale che ne ha davvero bisogno, spesso indolente e gelosa di un passato non tutto commendevole, e quello di dirci che il Museo come concetto culturale e funzionale non e’ mai stato cristallizzato e identico a se’ stesso nei secoli”.