Roma 2021: Michetti-Gualtieri divisi su Green pass e a caccia di voti

In giunta ideale per il dem c'è Elodie, per lo sfidante Andreotti

Sono scintille in tv tra Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti. I candidati a sindaco di Roma, al loro secondo confronto televisivo su Skytg24, si sono mostrati divisi su quasi tutto: sulla manifestazione indetta per sabato dopo l’assalto alla Cgil, a cui il primo parteciperà e il secondo no, sui diritti civili, ma soprattutto su green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro. Per il candidato del centrodestra è una decisione su cui “c’è molto da riflettere”; lo sfidante del centrosinistra non ha dubbi: è la strada giusta. Ad unirli, ora, c’è la caccia all’ultimo voto utile per salire in Campidoglio, con un’attenzione particolare agli elettori che al primo turno si sono schierati per Carlo Calenda e Virginia Raggi. A quest’ultima sembra guardare con particolare attenzione l’avvocato ‘tribuno’, il quale sottolinea “le cose buone” fatte dalla sindaca che, a differenza di Giuseppe Conte e di altri esponenti del M5s, non si è schierata con Gualtieri preferendo non fare dichiarazioni di voto. Il dem, invece, forte del sostegno personale incassato anche da Calenda, punta sulla convergenza di valori con gli ex candidati, tra cui “l’antifascismo”.

Durante il faccia a faccia gli sfidanti mantengono i toni pacati che li hanno contraddistinti durante tutta la campagna elettorale. Ma le stoccate non mancano. “L’antifascismo era sostenuto anche dalla DC, che non avrebbe mai messo Casapound nelle sue liste”, attacca per primo Gualtieri facendo riferimento alle radici democristiane dell’avversario. “Mi sembra strano che si facciano queste differenze tra fascismo e comunismo. Gualtieri ha candidato persone dei centri sociali, lezioni su queste cose non ne può dare”, la replica al vetriolo del ‘tribuno’. Significative sono anche le scelte che i due fanno quando si tratta di pescare da un bacino di personalità ideali due assessori ‘per gioco’: Gualtieri punta sulla direttrice del Cern, la fisica Fabiola Gianotti, e sulla cantante Elodie; Michetti su Giulio Andreotti e su Sora Lella. Dal Nazareno Enrico Letta già pregusta la vittoria: “Il nostro sforzo è far sì che” ai ballottaggi vincano “Gualtieri a Roma e Lo Russo a Torino. Se così fosse sarebbe un trionfo”, scandisce di buon mattino. In particolare, il voto della Capitale sarà un test utile a verificare se gli elettori di quel “campo largo” tanto invocato dai dem convergano effettivamente sullo stesso candidato. Sul fronte opposto, il centrodestra è proprio nella Città Eterna che cerca la riscossa ricompattandosi sotto la bandiera della “pacificazione”.

Intanto, con grande soddisfazione della Comunità Ebraica di Roma, l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni apre un’istruttoria a carico di Radio Radio, “riguardo ad alcune affermazioni concernenti gli ebrei e il nazifascismo pronunciate nel corso di alcune trasmissioni”. L’emittente radiofonica, che fa sapere che “è tutto un equivoco”, è quella in cui interveniva abitualmente l’attuale candidato a sindaco del centrodestra Enrico Michetti, travolto dalle polemiche nei giorni scorsi per un controverso articolo sulla Shoah pubblicato nel 2020 proprio sul sito dell’emittente. Domani il candidato del centrosinistra, dalle 17 chiamerà a raccolta i suoi supporter a piazza del Popolo dove dovrebbe spuntare anche il sindaco eletto di Napoli Gaetano Manfredi, simbolo della riuscita dell’asse giallorosso alle amministrative.

Il competitor comincerà un’ora dopo a Campo dei Fiori con Giorgia Meloni e in collegamento Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che si è già speso per Michetti: “Roma ha bisogno di discontinuità che solo il centrodestra guidato da lui può garantire”. A dividere i due aspiranti sindaco, quando ormai sarà cominciato il silenzio elettorale, ci sarà anche la piazza di sabato chiamata dai sindacati in risposta all’assalto alla Cgil di una settimana fa. Per l’ex titolare del Mef tutti dovrebbero partecipare “a difesa dei valori costituzionali”, perché non è un’iniziativa “di parte”. Michetti annuncia che non ci sarà “perché c’è il silenzio elettorale e io – sottolinea – rispetto la legge. Sono contrario a qualsivoglia forma di violenza”. (di Paola Lo Mele per Ansa)

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