Tra un mese i romani saranno chiamati alle urne per scegliere il sindaco e i rappresentanti in consiglio comunale: la partita, con tutta probabilità, si deciderà al ballottaggio (il 17 e 18 ottobre). Dopo la pausa estiva, la campagna elettorale inizia a vivacizzarsi malgrado l’appello trasversale al fair play: del buonista Enrico Michetti, che si è ripromesso di non sparare cannonate all’indirizzo degli avversari, e di Virginia Raggi, che ha aderito al manifesto contro l’hate speech, i fenomeni e i discorsi d’odio nella comunicazione politica.
Tra i nemici con i quali i candidati dovranno confrontarsi, l’alta percentuale di indecisi, che ieri un sondaggio realizzato dalla società indipendente Bi- DiMedia e riferito da ‘’Il Corriere della Sera’’ ha quotato intorno al 38 per cento (la rilevazione, realizzata con metodo Cawi tra il 29 e il 31 agosto, ha coinvolto 1.439 intervistati maggiorenni): una fetta consistente, che al secondo turno potrebbe stravolgere i risultati se si riversasse in blocco su uno dei competitor spingendone la volata.
Sulla variabile da tenere d’occhio ieri mattina ragionava anche il consigliere capitolino Paolo Ferrara, raggiano di ferro, intervenuto alla presentazione della lista M5S a San Basilio: «Decisivi saranno i confronti televisivi dell’ultima settimana».
Se non fosse che, come strategia acchiappa voti, Ferrara pensa a una formula simil arrotino rivisitata in salsa elettorale: una provocazione a beneficio dei cronisti tra il serio e il faceto.
Le intenzioni di voto al 2 settembre raccolte da BiDiMedia – e sempre riportati da ‘’Il Corriere della Sera’’ – vedono come favorito il centrodestra al 32,4 per cento, trainato da Fdl al 19,2 per cento. La Lega si ferma al 6,1, FI-Udc al 4,1, la Civica per Michetti al 2,4. Il centrosinistra arriverebbe al 27,3 per cento con il Pd al 16,1 (la civica per Gualtieri, Sinistra civica ecologista e Roma futura si attestano tra il 3,1 e il 3,4 per cento; mancano in questo calcolo i socialisti).
La coalizione che sostiene Raggi è al 19,1 (il M5S al 14), mentre Carlo Calenda raggiunge il 14,4. Raffrontate con le percentuali di marzo, le ultime rilevazioni mostrerebbero una perdita di consensi da parte di Raggi in favore di Michetti, al contrario di Calenda e Gualtieri che rimarrebbero sostanzialmente stabili.
E però, le previsioni dei cittadini su chi alla fine riuscirà a spuntarla, ovvero chi vincerà le elezioni, restituisce una fotografia diversa: il 36 per cento degli intervistati è convinto che prevarrà l’ex ministro dell’Economia dem, seguito dal «tribuno radiofonico» al 23 per cento. Terza la prima cittadina uscente al 13 per cento, quarto l’ex ministro dello Sviluppo e leader di Azione al 5 per cento. Il 23 per cento del campione, invece, non se la sente di azzardare pronostici.