Roma: al via la stretta sui tavolini selvaggi, i dubbi dei commercianti

Ma c'è chi esulta, non solo tra i residenti del centro storico. Per Sergio Paolantoni, di Fipe Confcommercio di Roma, le disposizioni contenute nell’ordinanza costituiscono "un deterrente importante"

Tavolini e dehors a Roma photo credit: Antonio David Sinopoli

È partita la stretta contro i tavolini selvaggi nel centro storico di Roma. L’ordinanza firmata mercoledì scorso dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri prevede la chiusura dei bar e ristoranti che occupano abusivamente il suolo pubblico la chiusura per dieci giorni. La misura nasce per contrastare l’abusivismo commerciale nel centro storico della Capitale. Ma non convince tutti. “Se venisse applicata integralmente nei casi di occupazione totalmente abusiva, questa ordinanza per noi sarebbe positiva, anche se è mancata la consueta concertazione con le associazioni di categoria”, afferma il presidente della Fiepet Confesercenti di Roma, Claudio Pica, interpellato dall’agenzia Nova. “Non vorremo che il sindaco, come già successo a dicembre – aggiunge – convocasse le associazioni di categoria quando deve colpire le imprese del commercio e della somministrazione, considerandole come bancomat del bilancio di Roma Capitale. Si è persa poi un’occasione per rimettere mano al regime sanzionatorio. Andavano infatti rimodulate tutte le altre sanzioni che ricadono sugli esercenti, soprattutto le multe di 5 mila euro senza alcuna differenziazione tra un’occupazione di pochi centimetri rispetto a quegli esercenti che invece occupano maggiore spazio. Sarà quindi importante valutare come l’ordinanza verrà applicata dai comandi dei vigili urbani di Roma”, conclude Pica.

Dello stesso parere è la presidente del comitato di quartiere Emergenza Trastevere, Simonetta Marcellini, che, nonostante la soddisfazione, sottolinea l’esigenza di incrementare i controlli. “Prima di questo provvedimento c’erano già state altre normative, ma il problema è la mancanza di controlli, che genera il non rispetto delle regole – afferma Marcellini -. Senza adeguate verifiche la situazione rimarrà invariata, soprattutto a Trastevere, il rione più critico ed esteso di tutti, con più vie con la movida e somministrazione”, conclude Marcellini.

Secondo il presidente della Fipe Confcommercio di Roma, Sergio Paolantoni, invece, le disposizioni contenute nell’ordinanza costituiscono “un deterrente importante, il Comune ha capito le nostre istanze sulla necessità di fare maggiori controlli mirati. Chi è abusivo si sa, ma bisogna avere il coraggio, in alcuni casi, di intervenire per dare un freno al malaffare. Dove c’è abusivismo, infatti, c’è spesso malaffare, il non rispetto delle regole e dei contratti di lavoro, nonché lo sfruttamento delle persone. Siamo quindi favorevoli a questo provvedimento, perché l’abusivismo commerciale, sia totale che parziale, è il grande male della nostra città e il primo concorrente sleale di chi invece fa un’attività onesta”, conclude Paolantoni.

Anche tra i residenti del centro storico la sensazione è che il provvedimento possa portare a un miglioramento della situazione. “Rispetto a una multa, una chiusura è più forte, penso che come sistema coercitivo per fare rispettar le regole possa funzionare”, afferma Luca, di circa 30 anni. Secondo Samuele, che ogni giorno attraversa le vie più affollate di Roma e ne conosce le peculiarità, “ogni mattina, è molto complicato camminare per le vie del centro perché è tutto bloccato, per fare 50 metri ci metto 5 minuti. Le strade peggiori – aggiunge – sono da via in Arcione a via del Lavatore, dall’inizio di via del Traforo fino alla Fontana di Trevi. Passeggiare è un incubo perché tra turisti, auto, motorini e tavoli ovunque, le strade risultano ancora più strette, per cui sono contento di questo provvedimento”, conclude Samuele. Bocche cucite, invece, fra i commercianti nella zona tra piazza Barberini e la Fontana di Trevi. Camminando tra i ristoranti e i locali di via San Vincenzo e via della Panetteria, arrivando fino a largo del Tritone, le risposte più frequenti da parte dei camerieri sono “il titolare non c’è” oppure “è appena andato via”. Quando ci sono, invece, preferiscono non rilasciare dichiarazioni.

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