Roma: Assoconsult, un piano strategico che guardi ai prossimi 20 anni

Studio dell’associazione delle società di consulenza, aderente alla Confindustria, sui ritardi della Capitale. Un quadro impietoso rispetto a Milano e le altre capitali

I fondi del Pnrr (sarà Giovanni Caudo a guidare la commissione straordinaria istituita in Campidoglio) rappresentano un impulso significativo al rilancio di Roma nella fase post pandemica, che tuttavia rischia di polverizzarsi senza un piano strategico sullo sviluppo della città che guardi ai prossimi 20 anni.

Lo spunto di riflessione – scrive il Corriere della Sera – è racchiuso nell’analisi del contesto economico della Capitale a confronto con le best practiceeuropee elaborata da Assoconsult(Confindustria), associazione che riunisce le principali società di consulenza: «Mostrando il •va gap con Milano e altre metropoli internazionali abbiamo voluto lanciare una provocazione – spiega al ‘’Corriere della Sera’’ il presidente, Marco Valerio Morelli -. Serve una riflessione pluriennale che coinvolga le energie migliori e scavalli la durata della consiliatura».

Lo studio evidenzia il posizionamento di Roma al quinto posto nella classifica City Brand 2020 (dietro Londra, Sydney, Parigi e New York), emblematico di quanto il suo enorme potenziale sia sottoutilizzato: «Nella percezione mondiale la Capitale rimane tra le mete più ambite, ma è molto indietro nello sviluppo della smart city e della smart grid».

Il cortocircuito tra l’attrattività del patrimonio artistico-ambientale e gli indicatori turistici è evidente: 2,5 notti la permanenza media registrata nel 2019 contro il 4,8 di Londra e il 5 di Madrid. Cifre che stridono con la sua vocazione: «Bisognerebbe ripartire dall’idea di Roma come hub centrale del Mediterraneo per l’attività turistico-ricettiva, convegnistica, fieristica e come snodo commerciale – sottolinea Morelli -. Serve un’intuizione analoga a quella che, anni fa, ha portato alla creazione del polo farmaceutico di Pomezia».

Roma non brilla neppure per la capacità di calamitare talenti, è 70ma nel ranking internazionale (Milano è la prima città italiana al 41° posto), nonostante la presenza di tre grandi atenei pubblici, del Cnr, di istituti di cultura e accademie straniere.

A pesare, lo scarso dinamismo e la difficoltà di attrarre capitali: «A differenza di Milano, Roma non ha immaginato un modello di sviluppo dell’offerta formativa – osserva ancora il presidente di Assoconsult – che si interrogasse sui mestieri del futuro e individuasse le filiere tecnico-professionali essenziali. Si sarebbe potuto puntare su un centro di eccellenza per la robotica, le nanotecnologie, le ricerche medico-cliniche, i big data… Serve un ragionamento di prospettiva su quali competenze possono servire e come attrarle».

Il ‘’Rome Technopole’’, in collaborazione con la Regione Lazio e i tre maggiori atenei pubblici, «è una prima risposta». Un altro asset di sviluppo potrebbe coinvolgere le grandi aziende di Stato nella realizzazione di un progetto di corporate real estate che valorizzi un’area della città sul modello de La Défense a Parigi o di Citylife a Milano.

Per quanto riguarda le risorse del Pnrr, Morelli ritiene che gli ambiti privilegiati nei quali andrebbero indirizzate sono la mobilità sostenibile e la digitalizzazione, dalla pubblica amministrazione alle scuole.

L’analisi mette in risalto come la densità metroviaria (quanti chilometri funzionali di rete su ferro esistono per 10 chilometri quadrati) sia pari allo 0,46, a, 21mo posto in Europa. Impietoso il confronto con Milano per i tempi medi di attesa dei mezzi pubblici: 15 minuti contro i nove sotto la Madonnina.

Sul fronte dei rifiuti la Capitale è al 47 per cento di raccolta differenziata, il capoluogo lombardo al 63, ma Morelli è convinto che si debba superare la logica del contingente, dalla pulizia quotidiana al traffico («In una capitale l’efficienza del servizio dovrebbe essere scontata»), per concentrarsi invece sulla visione d’insieme.

 

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