Siamo ancora lontani dal trovare la quadra sul nuovo stadio della Capitale. Ma intanto i conti dell’As Roma peggiorano di giorno in giorno. La situazione è infatti decisamente tesa e rischia di mettere in ginocchio il team di calcio che potrebbe aver bisogno a stretto giro di una nuova ricapitalizzazione. Intanto, dopo lo scandalo che ha travolto Luca Parnasi, il presidente James Pallotta si è fatto avanti per lo stadio annunciando l’intenzione di rilevare Eurnova per portare avanti il progetto con una serie di altri soci: i candidati a partecipare all’impresa sarebbero il gruppo Pizzarotti di Parma, Gavio di Tortona e Salini Impregilo, oltre a Starwood o la Goldman Sachs. Ma, oltre a pensare a nuovi piani di sviluppo, Pallotta è anche molto preoccupato della disastrata situazione finanziaria del team giallo-rosso. Nonostante l’assist della Champions League, con finale mancata per un soffio, la squadra della Capitale continua a navigare in profondo rosso e, a meno di colpi di scena, avrà ben presto necessità di nuova liquidità. Come se non bastasse l’azienda è sommersa dai debiti ed incapace di ricostruire il suo futuro. Con in più l’incognita della scadenza al 2022 di buona parte dei debiti finanziati da Goldman Sachs.
L’esercizio che si è concluso a giugno 2018 ha infatti registrato una perdita netta consolidata da 25,5 milioni. Non si può negare che il risultato sia in miglioramento rispetto al buco da 42 milioni dell’anno prima, ma siamo ancora lontani da un auspicato pareggio. Peraltro i conti non tornano soprattutto sul fronte debiti dove è stata raggiunta la stratosferica cifra di 218,8 milioni, una somma in decisa ascesa rispetto ai 192,5 milioni di un anno prima. Non consola il fatto che il giro d’affari della As Roma, controllata da Pallotta, sia arrivato alla soglia record dei 250 milioni perché il fatturato non è poi così lontano dall’ammontare complessivo dei debiti cumulati dal gruppo. Per non parlare del fatto che le perdite stanno progressivamente mangiando il patrimonio netto sceso in territorio negativo a 105 milioni contro -89 milioni dell’esercizio precedente. Di qui l’esigenza di correre ai ripari con un’iniezione di liquidità che diventa giorno dopo giorno un’esigenza non differibile.
Del resto è difficile per la squadra poter immaginare un percorso di risanamento alternativo al taglio dei costi senza uno stadio di proprietà. Il progetto è ancora in alto mare: mancano ancora le autorizzazioni di Comune e Regione per dar vita ad una nuova struttura a Tor di Valle. La società non entrerebbe direttamente nel capitale della compagine che realizzerà l’infrastruttura, ma ne trarrebbe comunque beneficio indiretto e diretto visto che Pallotta dovrebbe essere in prima fila per far fruttare l’investimento. L’idea è infatti che lo stadio possa generare incassi addizionali per la squadra che negli ultimi tre bilanci ha accumulato oltre 82 milioni di perdite. Anche a dispetto dei buoni risultati realizzati nell’ultima tornata di Champions con un centinaio di milioni di incassi. E anche degli anticipi versati dalla Qatar Airways sul contratto di sponsorizzazione che frutterà alla squadra 11 milioni l’anno.
I costi restano drammaticamente elevati: la voce personale vale quasi 159 milioni, in aumento rispetto ai 145 dell’esercizio precedente. E anche le spese per servizi sono lievitate a 57,4 milioni contro i 56 di un anno prima. E’ salito l’investimento nella squadra con 152 milioni spesi per i diritti dei calciatori contro i 91 del precedente esercizio, mentre le plusvalenze nette da calciomercato sono ammontate a 54 milioni anche per merito dell’anticipo della plusvalenza realizzata dalla cessione di Nainggolan all’Inter. Quello che manca, oltre allo Stadio, è forse un altro Totti capace di far lievitare a dismisura gli ingressi allo stadio. Ma i talenti, si sa, sono per definizione assai rari. Allora forse sarebbe meglio iniziare a pensare di mettere mano al portafoglio per ripianare parte delle perdite.