È fermo il cantiere di Ponte Risorgimento a Roma, via di snodo tra i quartieri Flaminio, Prati e Farnesina. I lavori di restauro e consolidamento del ponte dovevano terminare a fine maggio ma nel corso degli interventi per spostare i sottoservizi (rete elettrica, idrica, del gas e delle telecomunicazioni) si sono riscontrati imprevisti che hanno costretto a rimodulare il progetto e, di conseguenza, anche i tempi.
Sta di fatto che – a oggi – i lavori per i sottoservizi sono completi al 90 per cento lungo il marciapiede destro verso viale Mazzini, e soltanto successivamente inizieranno sull’altro marciapiede speculare. I lavori di riqualificazione vera e propria, invece, non sono ancora partiti. E i ritardi non sono sfuggiti agli abitanti e ai lavoratori che quotidianamente attraversano il quadrante. “È quasi un anno che stanno facendo i lavori ma procedono a singhiozzo”, lamenta Guglielmo, un residente di circa 35 anni mentre attraversa il ponte a bordo della sua bicicletta. “Li vedo lavorare qualche giorno sì e qualche giorno no”, aggiunge un anziano residente della zona sull’ottantina. “I lavori dovevano finire il 19 maggio – aggiunge l’uomo – pensavo fosse un ritardo di qualche settimana, ma un operaio mi ha detto che potrebbe volerci ancora qualche mese. E i disagi legati al traffico continuano, perché è ristretta la carreggiata”, conclude.
A quanto si apprende da fonti dell’assessorato ai Lavori pubblici, tuttavia, l’intenzione è quella di smontare gli archetti parapedonali e ritornare all’ordinaria viabilità del quadrante, comunque, entro il Giubileo, per evitare un congestionamento del traffico. Una prima ipotesi è quella di accelerare notevolmente i lavori di consolidamento del ponte, per cui si stanno già installando le impalcature. Inizialmente per questi interventi, però, è stato stimato un periodo di 8 mesi, ben oltre la data di inizio dell’Anno Santo: bisognerà capire se si riescono a dimezzare i tempi. Se non fosse possibile, una seconda ipotesi è quella di terminare soltanto i lavori sui sottoservizi, smantellare il cantiere e riattivarlo a termine dell’evento religioso nel 2026.
Per l’opera sono stati stanziati 2,8 milioni di euro in bilancio comunale e i lavori sono divisi in quattro fasi: diserbo, pulitura, consolidamento e protezione. Nelle vicinanze del ponte è presente il convitto nazionale Vittorio Emanuele II e a pochi chilometri di distanza, si trovano diverse sedi del tribunale e della Rai, tra Lepanto, viale Mazzini e piazzale Clodio. Il ponte quindi è un crocevia per chi va a lavorare e per chi vive nei quartieri limitrofi. “Siamo a Roma e in centro: traffico e disagi sono all’ordine del giorno. Come si sa le scadenze spesso non vengono rispettate, ma qui ii problemi principali dipendono soprattutto dall’ignoranza della gente: si parcheggia ovunque e si passa con biciclette e monopattini anche dove non è consentito”, osserva Antonio, un impiegato della zona.
“A questo incrocio ci sono stati almeno quattro incidenti nell’ultimo periodo, da gennaio-febbraio a ora”, afferma una cameriera della pizzeria Rossopomodoro, lato viale Mazzini. “Il problema – aggiunge – è che una parte di cantiere copre la visuale per chi arriva dal ponte o dal lungotevere, nonostante ci sia il semaforo. Ma è pericoloso anche per i pedoni. Hanno messo i parapedonali, ma comunque stanno dentro la corsia”. Per consentire il passaggio in sicurezza dei pedoni, su entrambi i lati del ponte, infatti, sono stati installati in un secondo momento degli archetti parapedonali accanto al cantiere con l’obiettivo anche di limitare gli atteggiamenti indisciplinati di pedoni, ciclisti e automobilisti che, anziché seguire i percorsi indicati con le strisce gialle, invadevano gli uni gli spazi degli altri.