Roma: caos spoglio elezioni, Catarci “governo butta croce su Comune e gli si torce contro”

L'assessore ha ripercorso quanto accaduto dalle 23 di domenica 9 giugno alle 14 di martedì 11 giugno

Il caos nello spoglio delle circa 2.700 sezioni elettorali di Roma è stato al centro oggi di una seduta della commissione Innovazione tecnologica, presieduta da Riccardo Corbucci del Partito democratico. L’assessore al Personale, Andrea Catarci, ha ripercosso i problemi che si sono verificati nella notte tra domenica e lunedì con il blocco del sistema informatico. E ha colto l’occasione per replicare alle dichiarazioni dell’ex sindaco Ignazio Marino – tra l’altro candidato ed eletto con la compagine dell’Alleanza verdi sinistra di cui anche Catarci è esponente – e del ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Spiace che l’ex sindaco Ignazio Marino abbia scambiato i materiali di risulta” a terra alla Fiera di Roma “con gli imballaggi delle schede elettorali, glielo ho detto di persona: se quelle fossero state schede elettorali stavamo tutti in galera – ha detto Catarci -. Ma evidentemente non lo ha capito, perché poi lo ha ripetuto in televisione”. E poi: “Nei giorni successivi ci sono stati elementi di ritardo anche nel sistema della Difesa, il ministro Crosetto dovrebbe far attenzione prima di criticare, perché quando si sputa in aria poi finisce male: è stato uno dei più critici ma poi il sistema del ministero della Difesa, da lui presieduto, è andato in blocco. Il tribunale ci ha chiesto aiuto e noi dal Comune abbiamo inviato personale e computer per accelerare le procedure al ministero della Difesa – ha sottolineato Catarci -. Allo stesso modo è stato irritante, erroneo e infido anche il messaggio sul sito del ministero dell’Interno che recitava che il risultato era ufficioso per le 78 schede” mancanti “di Roma Capitale: le 78 schede non hanno causato alcun ritardo e i risultati del ministero sono sempre ufficiosi. Due ministeri sono stati poco eleganti e un po’ infidi nei confronti di Roma Capitale e gli si è ritorto contro”.

L’assessore quindi ha ripercorso quanto accaduto dalle 23 di domenica 9 giugno alle 14 di martedì 11 giugno. “Partiamo da quello che è accaduto – ha detto Catarci -. Alle 23 di domenica si sono chiuse nella totale regolarità le urne. I presidenti di seggio nelle 2599 sezioni ordinarie, nelle 91 per il voto estero e nelle 6 per gli studenti fuori sede, hanno iniziato a fare lo scrutinio. Dopo due o tre ore hanno chiuso questa operazione e hanno cominciato a passare i dati ai rappresentanti del sindaco perché arrivassero ai digitatori. Abbiamo 510 digitatori, uno per plesso scolastico. I digitatori dovevano inserire sul posto, nelle scuole, i dati dei voti di lista per partiti. Per le preferenze invece il plico va chiuso e va portato alla Fiera di Roma, perché le preferenze vengono spogliate lì. Il sistema va bene per le prime sezioni e poi va in blocco totale. Il dipartimento Trasformazione digitale, allora, cerca di avere spiegazioni dalle società che offrono il servizio, un consorzio. Ci viene detto di provare a riavviare il sistema. Aspettiamo quindi, prendendoci la responsabilità di tenere dentro i seggi i presidenti, gli scrutatori e tutti gli altri ancora a lavorare, dopo due giorni già molto impegnativi. Dopo due o tre tentativi, che vanno a vuoto, ci prendiamo la difficile responsabilità di far affluire tutti i materiali alla Fiera di Roma con i taxi e con le auto della polizia locale”.

Arrivati i dati alla Fiera di Roma “i digitatori – ha proseguito Catarci – ricominciano a lavorare alle 7 di mattina, quando riparte il sistema. Prima inseriscono i dati di lista e terminano alle 15:45 di lunedì. Poi si concentrano gli sforzi sulle preferenze e affluiscono anche ulteriori cento postazioni con altro personale, che risponde in modo eccellente alla chiamata di emergenza. Nella tarda serata di lunedì finisce anche il lavoro sulle preferenze. Ci sono 78 schede incongruenti: sono quelle in cui i voti di lista sono irrazionali, illegibili, hanno più voti espressi o altre anomalie. Se fossero stati inseriti questi dati il sistema si sarebbe bloccato. Portando tutto alla Fiera di Roma non è stato possibile il confronto tra presidente di seggio e il digitatore per poter poi inserire il dato nel sistema. Una volta che il presidente di seggio chiude i plichi il Comune non può più aprirli. Per questo ci sono 78 schede incongruenti. Noi il problema lo abbiamo ammesso, ci stiamo lavorando e daremo pubblico aggiornamento” sugli esiti della commissione d’inchiesta. “Buttare la croce sul Comune di Roma è infimo. Se ci sono responsabilità interne le accerteremo”, ha concluso.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014