Dopo un anno di giunta Gualtieri i romani bocciano il servizio di trasporto pubblico e la pulizia della città. Un’indagine della Cgil di Roma e del Lazio – che ha interpellato 823 persone nel periodo dal 26 aprile al 27 maggio del 2022 – rileva che al trasporto pubblico i romani danno un voto medio di 5,1 su dieci e alla pulizia della città un 4,8 su dieci.
“L’amministrazione si è ritirata nel palazzo. Ci aspettavamo di più, credevamo che il primo anno della giunta Gualtieri fosse l’anno della visione e delle scelte”, ha detto Natale Di Cola della segreteria romana del sindacato. A oggi soltanto il 23,4 per cento dei romani usa il Tpl quotidianamente. Il 41,4 per cento dei residenti lo usa saltuariamente e il 35,2 per cento non usa mai i mezzi pubblici. L’uso è in calo rispetto al maggio del 2021. Effetto della pandemia e del lavoro agile, forse, ma anche dei disservizi. Il voto medio del 5,1 al Tpl scende a 4,9 quando si chiede ai romani di giudicare la qualità generale del servizio. E cala ancora se si guarda ad altri indicatori: 4,5 alla pulizia; 4,8 alla sicurezza; 4,7 alla velocità; 4,5 all’affollamento. Vanno meglio: la copertura (5,6), l’interconnessione (5,1) e i rapporti del personale con l’utenza (5,6). Promosso il costo del biglietto: i romani lo giudicano ragionevole e gli assegnano 6,5.
“Voglio ricordare a questa giunta, che ha vinto le elezioni perchè non c’era uno sfidante. Non ho ancora capito se questa giunta ha una visione rispetto al trasporto pubblico. La visione non è riaprire la stazione di Vigna Clara o riattivare il filobus. La visione è costruire un servizio di qualità”, ha commentato il segretario della Filt Cgil di Roma e del Lazio, Eugenio Stanziale.
Situazione difficile, e peggiore, sul fronte della gestione dei rifiuti. Il voto medio, assegnato dai romani al servizio, è 4,8 ma il dato cala fino a 4,3 quando si parla di costo della Tari. La media è il risultato di una somma di indicatori che restituiscono l’insoddisfazione dei cittadini: 4,7 alla raccolta differenziata; 4,9 allo spazzamento; 5,3 al decoro complessivo della città; 4,3 al costo della Tari; 4,7 ai rapporti del personale con l’utenza. Il malcontento è tale che il 56,2 per cento dei cittadini romani crede che il servizio non migliorerà neanche in futuro. La speranza dei romani, però, è in lieve crescita: nel maggio del 2021 era il 58,3 per cento dei residenti intervistati a non aver fiducia in un cambiamento. E in termini di aspettative se la passa meglio il Tpl: è il 50,5 per cento dei romani che crede che il servizio non migliorerà nei prossimi anni. Tuttavia il 32,1 per cento pensa che peggiorerà, mentre per i rifiuti – lo stesso pensiero – lo fa il 30,9 per cento degli intervistati. Ripone fiducia in Atac il 17,4 per cento dei romani, in Ama il 12,9 per cento. Non molto, ma neanche zero.
“Ormai l’amministrazione affronta il confronto soltanto quando ci sono le emergenze. Se si tratta di parlare di cambiamento e fare scelte il confronto non c’è più. Si è tornati a un discorso tra pochi che riguarda soltanto alcune elité nell’amministrazione. E questo è un problema”, ha accusato Di Cola. Anche lui con speranza. “Non vogliamo passare i prossimi mesi a scioperare e litigare. I partiti ascoltino il dibattito che fa oggi la Cgil”.