Roma: ddl autonomie, allarme per migliaia di posti lavoro

Per Stirpe (Confindustria), che rivendica la sede per il Tribunale Europeo dei Brevetti, necessarie contromisure, altrimenti inevitabile un crollo progressivo dei redditi dei romani

Il 15 febbraio p.v. la partita sull’autonomia regionale farà un passo avanti. Il governo Conte ha infatti fissato questa data per la firma di una nuova intesa con le Regioni,  fra le quali la Lombardia e Veneto,  dove ha vinto il si nei referendum consultivi e  l’Emilia, che ha approvato una legge regionale per chiedere anch’essa più poteri nella scuola, nella sanità e nei servizi al cittadino in generale.

Il governo si appresta infatti a presentare l’apposita legge che dovrà essere votata entro l’anno a maggioranza qualificata, ovvero da almeno 316 deputati al Senato da 161 senatori.

La nuova legge sui poteri alle Regioni, se non sarà accompagnata da un progetto di rilancio della Capitale,  rischia di togliere a Roma, con lo svuotamento di diversi ministeri, dalla Sanità all’Istruzione, migliaia di posti di lavoro e fra dieci anni il Pil pro-capite dei romani potrebbe calare del 25 per cento.

‘’La Capitale – sostiene invece il vice presidente della Confindustria, Maurizio Stirpe, in un’ articolata intervista a ‘’Il Messaggero – non può perdere dipendenti e quindi anche funzioni e reddito. Servirebbe un provvedimento che garantisca a Roma Capitale le risorse necessarie a svolgere il ruolo che gli viene assegnato dalla Costituzione: non è concepibile che Roma, che si sobbarca l’onere di sfogatoio delle controversie del Paese, con cortei e manifestazioni e una onerosa gestione di tutto ciò che è nazionale, sia amministrata con solo le risorse dei cittadini romani. E’ ora – aggiunge – che la querelle sui fondi da assegnare a Roma finisca una volta per tutte.’’

Secondo Stirpe Roma deve diventare una città-Regione, con poteri speciali e risorse parametrate al territorio regionale. ‘’Il concetto di città metropolitana – rileva – non basta anche perché ci sono province che verrebbero schiacciate tra Roma da una parte e Tosca/Umbria a Nord e Campania a Sud.’’

Per il vicepresidente di Confindustria è necessario che nella Capitale rimangano le funzioni di indirizzo e di coordinamento anche nei settori economici nevralgici. E in proposito Stirpe rivendica per Roma la sede del Tribunale Europeo dei Brevetti. Ma riconosce che il problema del depauperamento di Roma se lo pongono in pochi, a partire dalle amministrazioni locali con le quali manca un rapporto sinergico con le associazioni datoriali, come invece avviene al Nord.

‘’Il problema è che a Roma –conclude Stirpe – è entrato in crisi un sistema di sviluppo basato sulle infrastrutture e commesse pubbliche e non si è studiato un sistema alternativo. Serve uno sforzo, sia da parte della politica che del ceto dirigente,  per individuare una progettualità di sviluppo con risorse adeguate sia pubbliche che private’’.

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