Roma, ecco i dossier del Campidoglio sul tavolo Mise

Con la nascita del governo Lega-M5s riprende la contrattazione per rilanciare la capitale.

L’amministrazione di Virginia Raggi tira un sospiro di sollievo. Con il nascente governo giallo-verde, la Capitale avrà un nuovo interlocutore al Mise dove si sta insediando il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.

Cambia quindi completamente il rapporto fra il Campidoglio e il ministero che finora, sotto la gestione di Carlo Calenda, è stato molto critico con l’ente guidato dalla Raggi. Può quindi ripartire il tavolo per Roma in un clima completamente diverso da quello che è regnato fino ad una manciata di giorni fa. Certo la Raggi non è riuscita a spuntare l’affidamento della gestione straordinaria del debito che l’ex governo Gentiloni ha consegnato nelle mani di Alessandro Beltrami, manager bresciano con all’attivo la direzione centrale programmazione, bilancio e tributi del Comune di Milano e la direzione generale a Brescia. Ma restano tutti gli altri dossier caldi.

Fra questi quello di Alta Roma che si appresta ad aprire i battenti (28 giugno-1 luglio) per dare visibilità ai giovani talenti della moda. Finora il Mise, che nel 2017 ha sborsato 1,5 milioni, non ha sciolto la riserva sui finanziamenti della prossima edizione di AltaRoma, controllata dalla Camera di Commercio (55,55%), da Risorse per Roma spa (18,64%), da Roma Capitale (7,27%) e dalla Regione Lazio (18,54%). Ma c’è da scommettere che se il Campidoglio vuole valorizzare la manifestazione della moda romana, i fondi Mise non tarderanno ad arrivare. Anche perché, secondo il management AltaRoma, l’evento movimenta circa 3 milioni nell’indotto fra alberghi, ristoranti, tour operatori e cultura. Se poi la ristrutturazione di parte dei vecchi debiti (1,7 miliardi) toccherà alla gestione commissariale, spetterà invece al sindaco Raggi discutere con Cdp per eventuali altri progetti (e finanziamenti) da mettere eventualmente in cantiere. Infine, ci sono da affrontare le crisi aziendali romane con una capitale che ha visto sfumare diverse centinaia di posti di lavoro.

Complessivamente, secondo quanto aveva riferito il Mise ad ottobre 2017, la partita lavoro contemplava 58 crisi fra Roma e Provincia con oltre 23mila lavoratori coinvolti. A dicembre 2017, del resto, la crisi aveva già portato via oltre 1600 dipendenti del call center Almaviva. Di li sono seguiti gli addio di Sky con lo spostamento della sede del tg a Milano dove la Lega vorrebbe anche portare anche una parte dell’informazione Rai.

Ma di certo il tema più caldo sul tavolo, oltre a quello rifiuti, è senza dubbio quello dei trasporti con l’Atac sull’orlo del collasso e l’Alitalia con i dipendenti dell’ex compagnia di bandiera che orbitano fra la capitale e Fiumicino. Il futuro tecnologico della capitale sembra invece aver già trovato la sua strada grazie ad un accordo fra la controllata Enel-Cdp, Open Fiber, che ha stretto un accordo con Acea, la multiutility controllata dal Campidoglio. Insomma, all’amministrazione Raggi non mancherà certo il lavoro da fare. Senza più alibi sulla presenza di un governo ostile e di un ministro con cui non riesce a colloquiare.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014