Per le famiglie romane “all’orizzonte c’è il rischio di una nuova stangata: l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale”. Lo affermano in una nota il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola, e il segretario generale della Filt Cgil di Roma e del Lazio, Eugenio Stanziale.
“Da 1,5 a 2 euro il bit da 100 minuti, da 35 a 46,7 euro l’abbonamento mensile e dai 250 ai 350 euro l’abbonamento annuale – spiegano -. Un rincaro che rischia di concretizzarsi anche per la decisione del governo Meloni di abbandonare Roma, sia riducendo i trasferimenti agli enti locali che non destinando risorse adeguate per la Capitale con l’ultima legge di bilancio. Senza un intervento importante da parte del Comune di Roma per trovare le risorse necessarie, come già avevamo chiesto durante la discussione sul bilancio preventivo in cui aveva negato sia i tagli che l’aumento delle spese sostenute dalle persone per usufruire dei servizi, ad agosto le famiglie, che negli ultimi 18 mesi hanno visto la loro stabilità economica erosa dall’inflazione e dal caro bollette, si troveranno davanti al bivio tra il dover affrontare maggiori costi per usufruire del trasporto pubblico o il dover rinunciare al servizio”, proseguono Di Cola e Stanziale nella nota.
La priorità “non è solo scongiurare gli aumenti degli abbonamenti ma estendere le agevolazioni, sia per incentivare la mobilità pubblica che per alleggerire la spesa delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati con redditi medio-bassi – aggiungono -. Ci aspettiamo che il Campidoglio ci convochi al più presto, ascolti le parti sociali e le associazioni, per costruire provvedimenti condivisi in grado di affrontare una situazione già complessa e non di peggiorarla, come si è fatto in altri casi, adottando scelte unilaterali”, concludono.