Era iniziata per approvare il regolamento per l’assistenza ai disabili nelle scuole comunali e invece è diventata il palcoscenico dello scontro in atto da giorni attorno alla realizzazione di un termovalorizzatore a Roma. Questa mattina in Aula Giulio Cesare, con la seduta riunita in seconda convocazione, dopo che ieri è mancato per quattro volte il numero legale, i consiglieri del Movimento 5 stelle e lista Civica Raggi hanno simbolicamente occupato l’Aula e srotolato uno striscione con la scritta “No inceneritore”. M5s e CR hanno rivendicato: “I nostri due gruppi sono rimasti gli unici autenticamente ecologisti e ambientalisti in tutto il Campidoglio. È lampante la spaccatura, ormai pressoché totale e difficilmente sanabile”, ricordando le posizioni di contrarietà espresse dal dirigente del Pd romano, Marco Miccoli, ma anche dai consiglieri di maggioranza dei gruppi Sinistra civica ecologista ed Europa verde.
Tra i primi a difendere la scelta del sindaco Roberto Gualtieri e condannare il gesto del M5s, i consiglieri della lista Civica Calenda. “Non gli basta aver bloccato Roma per 5 anni, ora il M5s blocca pure l’aula. Non fateci perdere altro tempo”, ha scritto su Twitter Francesco Carpano. “Ancora un segnale di infantilismo politico dal Movimento 5 Stelle in Campidoglio”, hanno aggiunto Flavia De Gregorio e Dario Nanni, definendo lo striscione “fuori luogo visto l’argomento che si stava trattando in Aula” e lanciando una provocazione sull’alleanza Pd-M5s alla Regione Lazio: “Ci chiediamo come possa il Partito democratico continuare ad avere come alleato il Movimento 5 stelle, che ignora le regole più elementari del comportamento istituzionale e sostiene posizioni che non servono a Roma e al Paese”.
Non hanno mancato la replica i consiglieri del Pd che hanno additato il gesto come “un segno di disinteressamento nei confronti dei temi importanti per la città” e che dimostra da parte del M5s la “continua volontà a ricercare pervicacemente una visibilità personale che li ha già portati alla sconfitta. Ormai un manipolo di nostalgici isolati, che narrano di una città che non è mai esistita, che non sono stati capaci di amministrare e che vorrebbero continuare a tenere ferma”.